Chi agisce nella vita in siffatto modo ha dentro di sé la spinta per accettare le tante sfide che gli vengono proposte. Ognuno di noi è posto davanti ad obiettivi, anche difficili, che si possono raggiungere con abilità (se si possiede), con forza d’animo e con abnegazione.
Siccome, però, non tutto dipende da noi, può darsi che non si raggiungano gli obiettivi e, quindi, si perda la sfida. Ma l’importante non è vincere o perdere e neanche partecipare, tanto per farlo, come sosteneva Pierre de Frédy, barone di Coubertin (1863 – 1937), l’importante è provarci sempre, ripetutamente, cambiando il metodo e mettendocela tutta, senza arrendersi mai.
Il giorno in cui una persona si dovesse arrendere, non gli resta che la vita contemplativa, più propria degli eremiti che delle persone normali. Non che la vita contemplativa non ci voglia, ma essa deve essere intercalata nella giusta proporzione con la vita attiva e produttiva di risultati, non importa se di tipo sociale o economico.
Molti confondono la necessità di efficienza ed efficacia del proprio agire come requisiti di attività economiche. Sbagliato. Questi requisiti sono necessari in qualunque attività si svolga, indipendentemente dalla finalità di un utile economico. L’utilità, infatti, può essere sociale, solidale e a favore della collettività.
La scommessa che punti al progresso, collettivo o individuale, è la più importante alla quale ognuno di noi si deve dedicare. Seguendo per una certa parte il proprio interesse egoistico, ma non dimenticando che quando si serve l’interesse generale vi è un ritorno anche per sé stessi.
È poi il progresso individuale che sommato, moltiplica il progresso sociale, a condizione che sia diffuso il valore dell’equità, secondo il quale ognuno dà per quanto riceve o, se volete, riceve per quanto dà.
Come vedete, gira che ti rigira,dovrebbero essere i valori la guida delle nostre azioni. Chi se ne discosta fa male agli altri e, nel medio o lungo periodo, fa male anche a sé stesso. Quelli che hanno la vista corta non fanno molta strada. Chi riesce a pensare al dopodomani modifica i propri comportamenti dell’oggi in modo adeguato.
Guardare avanti, dunque, mai i propri piedi. Tenere un passo normale, e non affannato, in modo da acquisire sicurezza per andare verso le mete programmate. Guai a chi si comporta da cicala che poi piange sul latte versato. La formica ha sempre ragione.