Surroga mutui scorretta, l’Inps finisce sotto accusa dell’Antitrust

PALERMO – L’Antitrust ha inflitto all’Inpdap (oggi Inps) una multa di 50.000 euro per pratica commerciale scorretta: l’Istituto ha imposto a carico dei mutuatari spese non dovute nei casi di surroga del mutuo. L’Autorità ricorda che il decreto legge 31 gennaio 2007 numero 7 ha introdotto  disposizioni per tutelare i consumatori e promuovere la concorrenza in materia di mutui, soprattutto in casi di portabilità attiva, portabilità passiva e rinegoziazione. In particolare, l’articolo 8 del decreto dispone che: “È nullo ogni patto, anche posteriore alla stipulazione del contratto, con il quale si impedisca o si renda oneroso per il debitore l’esercizio della facoltà di surrogazione” e chiarisce che “non possono essere imposte al cliente spese o commissioni per la concessione del nuovo mutuo, per l’istruttoria e per gli accertamenti catastali, che si svolgono secondo procedure di collaborazione interbancaria improntate a criteri di massima riduzione dei tempi, degli adempimenti e dei costi connessi”.
Ad oggi l’intera disciplina è stata trasfusa nell’articolo 120-quater “Surrogazione nei contratti di finanziamento. Portabilità” del Testo unico bancario. L’Inpdap, invece, che eroga mutui ipotecari agli iscritti alla “Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali”, nel perfezionare operazioni di portabilità attiva, ha rimesso a carico del cliente alcune spese, in particolare quelle notarili.
L’Antitrust ha ricevuto diverse segnalazioni tra febbraio 2011 e febbraio 2012. Anche il Consiglio di Stato ha precisato che la gratuità delle operazioni di portabilità attiva è stata prevista dal dicembre 2007 per alcune spese e da gennaio 2009 per gli oneri notarili. Se un istituto, quindi, aderisce alla richiesta di portabilità avanzata dal cliente, è obbligato a fornire la prestazione senza costi e spese a carico del cliente stesso. Dagli accertamenti dell’Antitrust è risultato che l’Inpdap ha effettuato la surrogazione attiva imponendo oneri al consumatore: dal febbraio 2009 al 1° luglio 2010, le spese notarili sono state poste a carico dei clienti e che, a tutt’oggi, sono imputati ai mutuatari costi amministrativi legati alla “gestione  dell’ammortamento del finanziamento”.
 
Questa pratica è scorretta perché contraria al principio dettato dal Codice del Consumo, secondo il quale il rapporto con il consumatore deve improntarsi a buona fede, diligenza, tutela degli interessi del soggetto con minore forza contrattuale e maggiore deficit informativo, inducendo il consumatore all’esborso di costi non giustificati dalle caratteristiche dell’operazione.