CATANIA – È sempre campagna elettorale alle falde dell’Etna. Archiviata la stagione delle regionali, si guarda subito alla primavera dietro l’angolo nella quale i cittadini saranno chiamati a scegliere la prossima amministrazione comunale. Mentre il bilancio consuntivo 2011 ha agitato fino a pochi giorni fa le aule del Consiglio, cominciano a circolare i primi nomi che potrebbero entrare nell’agone politico dei mesi a venire. Tra volti nuovi e usato garantito, pende anzitutto la questione Stancanelli. L’attuale inquilino di Palazzo degli Elefanti è pronto a ricandidarsi, nonostante il recente crollo di consensi del suo partito e pur in permanenza di una situazione finanziaria che, al netto degli sforzi profusi, appare assai grave.
All’interno del Pdl, lacerato a tutti i livelli e a tutte le latitudini, in molti non sono dello stesso avviso. Se da una parte il primo cittadino di Bronte, Pino Firrarello, ha definito il sindaco uscente come “impresentabile”, dall’altra si fanno strada anche nel (ex?) partito di Berlusconi le istanze di cambiamento. Nello Musumeci ha già chiarito che non scenderà in campo, ma di certo sarà indirettamente tra i protagonisti delle prossime amministrative. “Per me non si tratta di un problema di nome, ma di metodo – ha dichiarato il neo deputato regionale -. Vediamo intanto se il sindaco uscente intende riproporre la sua candidatura e se il suo partito è disposto a convergere in maniera unitaria su di lui. Se questo non dovesse accadere, si aprirà un dibattito e ogni forza politica proporrà i nomi da candidare. Noi ne abbiamo almeno tre”.
E per un ex presidente della Provincia che rinuncia, c’è invece un ex primo cittadino che non esclude di presentarsi. Si tratta di Enzo Bianco, amato primo cittadino degli anni ’90, che si è preso qualche settimana di tempo per sciogliere le riserve. Invocato dal rettore dell’Università di Catania, Antonino Recca, e dal vice presidente del Consiglio comunale, Puccio La Rosa, Bianco ha in mente una sorta di candidatura “tecnica”. “Non sarei il candidato di una coalizione politica – ha detto l’ex sindaco – ma cercherei di recuperare le risorse migliori della città; imprenditori e lavoratori, mondo delle professioni e del volontariato”.
E però anche Catania, un po’ come sta succedendo sul piano nazionale con giovani scalpitanti come Renzi e Meloni, ha voglia, se non proprio di rottamazione, almeno di un cambiamento. Testimoni di questo processo potrebbero essere due giovani politici che in questi anni hanno racimolato parecchi consensi e apprezzamenti. Uno è già sceso in campo. Girando per la città è possibile notare con facilità i coloratissimi manifesti di Giuseppe Berretta, deputato del Pd, che ha deciso di dare un primo segnale sotto lo slogan di “Cambio Catania”.
“È ormai da qualche tempo che ho manifestato questa mia disponibilità – ha dichiarato Berretta al QdS – e ho trovato intorno alla mia candidatura un vasto consenso. In ogni caso ritengo che il metodo migliore sia quello di un percorso nel quale i soggetti disponibili si confrontino attraverso un meccanismo di primarie che consenta ai cittadini di valutare e scegliere la proposta migliore”. Berretta, dunque, auspica che le primarie, come peraltro prevede lo Statuto del Pd, si possano concretizzare al più presto. Nel frattempo guarda già al futuro. “Serve voltare pagina rispetto a questi anni – ha continuato il deputato etneo – e ridare colore a una città in bianco e nero. Ho deciso di puntare subito su una campagna molto colorata per marcare le distanze dal grigiore e la tristezza in cui è sprofondata Catania. Serve una fase nuova, cercare di mettere a frutto le energie positive che ci sono e che sono state disincentivate in questi anni. Ma tengo a precisare che parlerò poco del passato: è sul futuro la vera sfida”.
Anche Salvo Pogliese, il più votato del Pdl in provincia di Catania, non esclude l’ipotesi di primarie per la scelta del candidato primo cittadino. “Stancanelli ha fatto una scelta coraggiosa, decidendo di non candidarsi alle nazionali e dunque rimanendo al suo posto. Io credo, comunque, che la partecipazione del popolo ai processi decisionali sia molto importante in un momento di grande disaffezione ai partiti. Sono altresì convinto che sia un passaggio decisivo anche per Stancanelli, perché qualora dovesse vincere si rafforzerebbe”. Non si sbottona su una sua eventuale partecipazione, ma nemmeno la esclude: “è una valutazione molto delicata che non ho fatto, ma che certamente farò”.
Infine, a conclusione del quadro, va segnalata la discesa in campo di un autorevole esponente della società civile. Si tratta di Maurizio Caserta, ordinario di economia politica presso l’Università di Catania, che si staglia certamente come figura al di fuori degli schieramenti. Il professore potrebbe rappresentare una dirompente novità sulla scena etnea, grillini permettendo.