Bossi ha un tratto un po’ guascone, anche se ora mitigato dagli effetti della grave malattia che lo ha colpito. Ma nell’immaginario collettivo lo si ricorda col dito medio in evidenza, in una sfida perenne contro Roma ladrona e, in genere, contro la mala amministrazione della Cosa pubblica. Che poi questo atteggiamento comporti tirare il lenzuolo dal proprio lato è del tutto consequenziale.
Il capo del Carroccio ha tratti quasi da meridionale, un po’ sanguigno e teatrale, ma tutto questo nella comunicazione di massa non guasta, perché colpisce i ceti medi e bassi, che costituiscono la gran parte della base elettorale.
è invece compassato il suo braccio destro Roberto Maroni, ministro dell’Interno, il quale sta operando bene. Ha risolto positivamente la questione degli sbarchi degli immigrati e ha affrontato con grande decisione la sessantennale (post Seconda guerra mondiale) battaglia alla criminalità organizzata nel Sud Italia. La quale, poi, è presente con le proprie finanze a Milano e, soprattutto, a Roma dove agisce mediante proprie cinghie di trasmissione nei confronti del ceto politico e burocratico.
Il vero problema del Presidente dei siciliani è la sua amministrazione. Può essere affrontato e cominciato a risolvere solo se alla base dell’azione vi sia un’organizzazione efficiente, nella quale l’informatizzazione e il merito siano gli elementi caratterizzanti.
Lombardo deve mettere in due mesi la Regione on line. Fino a quando continueranno a circolare le carte, la corruzione, conseguente anche alla lentezza dei comportamenti, sarà sovrana e con essa l’affossamento di progetti e iniziative. Per realizzare la Regione on line Lombardo deve scegliere i migliori manager regionali e accantonare tutti quelli che hanno poggiato la loro carriera sul clientelismo e sul collateralismo di un ceto politico incapace di fare fronte alle proprie responsabilità.
Gli assessori-tecnici (Armao, Chinnici, Russo e Venturi) sono un buon punto di partenza. Ma anche gli altri otto assessori di provenienza politica sono di buon livello. La questione è se sapranno stravolgere i vecchi metodi sul malfunzionamento della macchina burocratica, inserendo procedimenti virtuosi, cioè semplici, brevi e di facile attuazione.