Abbiamo tanti macigni: il debito pubblico, la mafia, la Pubblica amministrazione che non funziona, la giustizia lenta, l’energia che ci costa un terzo in più dei partners europei, il credito sempre minore e sempre più costoso, la carenza di infrastrutture, la modestia della logistica, l’incapacità di fare funzionare nel suo complesso la macchina dello Stato e quelle di Regioni e Comuni.
Di fronte a questa fotografia, Pierluigi Bersani continua con la solita tiritera cercando di portare acqua al suo mulino, coinvolgendo niente di meno che un vecchio democristiano abituato al caminetto, quale Pierferdinando Casini e un veterocomunista come Nichi Vendola, che vorrebbe mantenere la mano pubblica in tutti i settori, in modo da affossare ulteriormente il Paese.
Ma Bersani una cosa giusta l’ha detta: niente più contributi alle imprese prima dell’inizio dell’attività. Semmai crediti d’imposta sulla produzione di reddito. Ma, poi, è caduto sul finanziamento pubblico dei partiti, con la ragione da due soldi che la politica va finanziata, dimenticando un suo preciso dovere: il rispetto del referendum popolare dell’aprile del 1993, che ha abolito tale finanziamento.
Vorrei tanto che nell’area dei moderati vi fosse un Renzi. Poteva esserlo Angelino Alfano, che conosco da quando aveva i pantaloni corti, e che ha le qualità per essere il Renzi del Centro-Destra, ma gli manca una dote fondamentale: il coraggio di sfidare Berlusconi dicendogli con chiarezza che lui, come Bersani e i vari dinosauri (Cicchitto, La Russa, Sacconi e tanti altri) devono andarsene nel cimitero politico.
È un peccato che non potremo assistere, verosimilmente, ad una sfida tra due giovani, Renzi ed Alfano, che rappresentano il futuro del Paese. Se sentissimo dire ad Alfano quello che ha detto Renzi, il nostro endorsement andrebbe anche a lui.
Solo l’innovazione, la freschezza del progetto, la forza della novità possono essere gli ingredienti per il Risorgimento Italia, un vero risorgimento fondato su equità e capacità di mettere in moto tutti gli assets di cui il Paese dispone.
Ma intanto andiamo a votare in massa per Matteo Renzi. Facciamo vincere il futuro.