Con il Porcellum, il centrosinistra, verosimilmente, guadagnerà 340 seggi alla Camera, mentre la maggioranza al Senato resta sempre un rebus, perché deriva dal sistema maggioritario che vige in ogni regione. Tale sistema assomiglia, in qualche modo, a quello elettorale degli Stati Uniti d’America.
L’alta probabilità che Bersani diventi primo ministro, anche con una buona maggioranza alla Camera e quella in forse al Senato, gli dà una grande responsabilità: quella di imboccare decisamente la strada della crescita, pur mantenendo obbligatoriamente in equilibrio i conti dello Stato.
Si sa, le riforma dolorose si fanno a inizio legislatura perché esse hanno la possibilità di far toccare i buoni risultati nella seconda parte del mandato. Certo, bisogna avere coraggio e consapevolezza per agire con equità e Bersani ha queste qualità.
Il vero punto debole che la nuova coalizione potrebbe avere riguarda il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, il quale, probabilmente, diventerà ministro. Si tratterà di constatare se egli vorrà contribuire al buon governo, ovvero applicare le teorie dell’egualitarismo, ignorando il merito, assente quando tutti vengono considerati uguali a prescindere dalle loro capacità.
Una difficile questione che Bersani dovrà affrontare riguarda i precari, che non potranno più entrare nella Pubblica amministrazione per chiamata diretta, ovvero per raccomandazione, ma dovranno partecipare ai concorsi, come prevede tassativamente l’art. 97 della Costituzione. Essi dovranno rassegnarsi a competere in modo che emergano tutti quelli che hanno merito e capacità, ma lasciando parimenti spazio a tanti altri italiani che non hanno avuto la fortuna di essere stati raccomandati e quindi non sono diventati precari.
Basta discriminazioni tra figli e figliastri. Discriminazioni che esistono anche fra grandi gruppi imprenditoriali e piccole e medie imprese, le quali non riescono a competere anche perché hanno difficoltà a consorziarsi.
A proposito delle stesse, un aspetto importante è la loro internazionalizzazione, cioè la capacità di competere all’estero e, per quanto riguarda il Meridione, di inserirsi nelle economie emergenti del Mediterraneo fra cui Marocco, Tunisia e Algeria.
Può sembrare anomalo che ci occupiamo del prossimo governo a distanza di mesi dalle elezioni politiche, ma il suicidio del centrodestra non sembra prospettare alternative.