Ars, 52 poltrone dorate da assegnare martedì

PALERMO – Chiusa la questione della presidenza dell’Ars, con l’elezione del centrista Giovanni Ardizzone, scatta la corsa alle cinquantadue poltrone rimaste vacanti. Con tutta probabilità, il quadro completo dei vertici dell’Assemblea regionale siciliana si avrà già dalla prossima seduta, prevista per martedì 11. E non è difficile prevedere l’ennesima zuffa. Già il solito codazzo di polemiche è seguito alla scelta del titolare dello scranno più alto di Palazzo dei Normanni, con Rudy Maira che ieri parlava di “franchi tiratori” durante le votazioni e di “ una maggioranza a rischio tenuta”. Figurarsi adesso quale spettacolo bisogna aspettarsi.
I posti in cerca d’autore sono in totale, come dicevamo, 52. Di questi 8 sono placcati in oro: si tratta delle cariche afferenti al Consiglio di Presidenza. Quest’ultimo, infatti, si compone oltre che del presidente anche di 2 vice presidenti, 3 deputati questori e 3 segretari. Le indennità extra non sono niente male.
Accanto allo stipendio base di 11.781 euro netti, il vice presidente percepisce un premio di 3.244 euro (rispetto ai 4.886 che intascherà Ardizzone), mentre i deputati questori portano a casa 2.924 euro in più. Chiudono il cerchio del Consiglio in questione i deputati segretari i quali si “accontentano” di solo 2.089 euro aggiuntivi, ma in compenso avranno l’auto blu. Quest’ultima è negata ai presidenti di Commissione, che però non se la passano poi così brutta.
A questi va un compenso extra identico proprio ai deputati segretari e cioè quasi 2.100 euro. Ma in realtà le Commissioni danno di che spartire a 33 persone. Tolti i vertici, ne restano 25. Si tratta dei vice presidenti che percepiscono un più 552 euro al mese e dei segretari che sommano allo stipendio standard 261 euro. Alla base della piramide ci sono i capigruppo, ma non è detto che siano l’ultima ruota del carro quanto a indennità. Il compenso di quest’ultimi, infatti, viene stabilito da ciascun gruppo. In totale sono 11, ultima spiaggia per chi non volesse accontentarsi di essere tra quei pochi, comuni, soldati semplici che non percepiscono alcun tipo di assegno aggiuntivo.