Siracusa – Porto di Augusta, prima aspettiamo la firma

AUGUSTA (SR) – La nuova vita infrastrutturale della Sicilia comincia dal porto di Augusta che nel 2013 potrà divenire il porto del Mediterraneo. Sono, infatti, in procinto di essere sbloccati dalla Commissione europea gli 80 milioni di euro di cofinanziamento che, assieme ai 40 già impegnati dall’Autorità portuale, consentiranno di rendere il centro megarese un punto di riferimento del mare nostrum grazie ad un terminale capace di fornire servizi integrati.
Per una volta le notizie che arrivano da Bruxelles non parlano di congelamento dei fondi siciliani. “Si arriva così alla conclusione di una vicenda annosa – ha spiegato Stefania Prestigiacomo, parlamentare pdl – che abbiamo seguito attivandoci con le istituzioni comunitarie, a livello diplomatico e politico, perché non andasse persa una straordinaria occasione di sviluppo per il nostro territorio". Il parere favorevole sullo sblocco dei finanziamenti per l’avvio dei lavori è stato espresso nei giorni scorsi dalla commissione europea “Concorrenza” della Comunità europea. I lavori sono già appaltati e quindi, dato il via libera dell’Europa, saranno cantierabili in tempi brevi. Non avrà alcuna ripercussione la decisione dell’Ue, ha spiegato il deputato regionale Enzo Vinciullo, di ridurre del 30 per cento la quota di finanziamento, perché non inciderà affatto sul finanziamento statale.
Manca ancora l’ufficialità, cioè la firma definitiva sul decreto che dovrebbe arrivare nel giro di una settimana, quando Vinciullo assieme agli eurodeputati Iacolino e La Via incontreranno a Bruxelles il Commissario Europeo per le Politiche Regionali, Johannes Hann. La firma del decreto permetterà all’autorità portuale di procedere all’aggiudicazione dei lavori, visto che la gara è già stata indetta.
I lavori potrebbero cominciare nel giro di qualche mese, ma soltanto se l’iter europeo procederà come previsto visto che il parere della commissione “concorrenza” non è vincolante. Le azioni riguarderanno riguarderanno la realizzazione di un terminal container, l’ampliamento dei piazzali e il consolidamento delle banchine.
L’area del porto commerciale è collegata alla rete autostradale orientale sicula che dista circa un chilometro. Data la vicinanza con il polo petrolchimico le operazioni più frequenti sono il carico/scarico di prodotti chimici, fertilizzanti, ferro, zolfo in pillole, cemento, marmo, legno, parti meccaniche e pezzi speciali (torri eoliche), clinker, basalto, e stoccaggio containers. Adesso per Augusta potrebbe profilarsi un futuro diverso, meno vincolato ai capricci degli idrocarburi, e il suo ruolo commerciale tout court potrebbe crescere con l’ampliamento di piazzali e banchine (rispettivamente 600.000 mq e 1.200 mq), il dragaggio dei fondali e la costruzione di una torre eolica per l’autoproduzione di energia elettrica.
La "Port Authority" di Augusta ha puntato sui tre progetti che fanno parte della scheda legata ai fondi "Pon Rete e Mobilità". Si resta in attesa, intanto, di altre valutazioni positive dell’Europa, dopo lo stop sull’iter dei progetti, tra cui c’è anche l’interporto di Catania.