I sindaci si lamentano, ma hanno eccesso di personale, soprattutto in dipartimenti ove non serve. La giusta collocazione dei dipendenti non si è mai potuta fare perché si è seguito l’interesse personale e non quello generale.
I sindaci non hanno agito sul versante delle spese improduttive e neanche su quello della lotta all’evasione, la corruzione e la morosità. Non si spiega come mai, in Sicilia, vi siano 300 mila immobili fantasma, cioè non registrati all’Agenzia del Territorio, con una perdita di gettito stimato da una nostra inchiesta in 270 milioni di euro.
Non si spiega come non abbiano istituito il Nucleo tributario locale per andare a scoprire l’evasione, il cui gettito torna a beneficio dei Comuni, in base alla legge 148/2011. Non si spiega come non abbiano istituito il Nucleo anti-corruzione, per andare a combattere le infiltrazioni mafiose e tutte le forme di deviazione rispetto a una sana e buona ordinaria amministrazione.
Non si spiega nemmeno come gli uffici non facciano un’opportuna azione per recuperare le morosità cospicue in materia di servizi, di acqua, rifiuti solidi urbani e altre minori.
La verità è che i sindaci pensano a tutt’altro che a ben amministrare.
La legge nazionale di stabilità, di prossima approvazione, prevede che tutta l’Imu passerà ai Comuni. In parallelo, diminuiranno i trasferimenti dallo Stato. Dunque, anche i bilanci dei Comuni dovranno trovare un nuovo equilibrio. I sindaci che protestano, recandosi dal prefetto o dal presidente della Regione o con altre forme, non hanno capito che la festa è finita e devono trovare all’interno delle loro amministrazioni e insieme ai propri cittadini il modo per fare quadrare i conti.
Gli acquedotti hanno bisogno di cospicui investimenti, mentre l’apparato amministrativo dev’essere profondamente rinnovato e dotato di strumenti informatici, in modo da creare canali diretti con i cittadini ed evitar loro di recarsi fisicamente presso gli uffici per chiedere servizi, mentre potranno farlo per via telematica.
Vi è poi la questione della trasparenza, cioè mettere sul sito tutte le fatture e i relativi pagamenti. Il sindaco di Catania, per esempio, l’aveva promesso, ma non l’ha mai fatto.