Una struttura più vicina ai bisogni dei clienti

Che situazione ha trovato al suo insediamento a Palermo come responsabile territorio Sicilia di UniCredit?
“Direi buona ed è una situazione alla quale ha molto contribuito l’ottimo lavoro svolto dal mio predecessore, Roberto Bertola, che ha traghettato il Banco di Sicilia verso la banca unica UniCredit. Io ho svolto i miei più recenti incarichi fra Bologna e Roma, ma sono stato spesso a Palermo come consigliere d’amministrazione nell’Irfis. Ebbene, ho apprezzato il buon lavoro svolto qui dal management e ho trovato una squadra di livello eccellente. Ma ho trovato soprattutto una banca che, nell’ambito di un generale rallentamento degli impieghi del sistema in Sicilia, ha mantenuto la sua quota di mercato”.
Quali sono le problematiche che ha dovuto affrontare?
“Essenzialmente sono due, un’esterna alla Banca e l’altra interna. Quella esterna è la crisi economica che attanaglia questa regione con tutte le aggravanti di una condizione di debolezza strutturale dell’economia e del sistema produttivo. Personalmente, sono fiducioso, perché le aziende siciliane, come l’intera economia manifatturiera italiana, hanno buone potenzialità, soprattutto nell’export. Oggi il mercato interno è fermo e l’unico modo per uscire dallo stallo è aprirsi ai mercati esteri, che non sono soltanto quelli europei, ma ancor più quelli emergenti. Penso ai paesi BRICS, a mercati come la Cina, l’India, il Brasile. Le imprese siciliane devono allora puntare sulla qualità e sull’eccellenza per diventare competitive all’estero”.
Qual è, invece, la problematica interna?
“Quella interna riguarda la riorganizzazione di UniCredit che diviene operativa in questi giorni. Ci stiamo lavorando da mesi ed è un impegno veramente imponente per tutti noi di UniCredit. Il nuovo assetto della rete commerciale italiana, qui in Sicilia come in tutto il Paese, garantirà una migliore capacità di risposta ai bisogni dei clienti attraverso una struttura più semplice, processi decisionali più rapidi e una maggiore efficienza operativa”.
Qual è l’antidoto di UniCredit per reagire alla crisi?
“La nostra Banca crede fortemente nel fatto che l’apertura ai mercati esteri costituisca per le imprese un processo fondamentale. Tuttavia, occorre, al tempo stesso, la giusta organizzazione e adeguate competenze. In questo senso la ricerca di controparti affidabili, la gestione dei crediti commerciali e la conoscenza dei mercati di sbocco sono aspetti assolutamente non trascurabili per le aziende. Solo una buona organizzazione permette alle imprese di reggere il mercato internazionale”.

Che cosa proponete per l’internazionalizzazione delle imprese?
“Abbiamo lanciato proprio nei mesi scorsi “UniCredit International”, la nuova linea di servizi dedicata alla internazionalizzazione delle imprese. Segue logicamente l’avvio nel marzo scorso di “UniCredit per la Sicilia”, il piano di supporto all’economia reale. A sei mesi da quell’avvio, UniCredit ha erogato oltre 370 milioni di euro di nuova finanza nella sola Sicilia. Tali erogazioni sono servite per interventi a sostegno della liquidità e del finanziamento del circolante, per il rafforzamento patrimoniale e per il sostegno alla crescita dimensionale delle imprese, nonché per il supporto all’innovazione e alla nuova imprenditoria. Le imprese siciliane che la nostra banca in questi sei mesi ha accompagnato all’estero sono state 75, provenienti da tutta la regione. Lo riteniamo un risultato molto buono. Aggiungo, anche, che Unicredit è l’unica banca italiana Si.fi. Con questo termine, sono indicate le 29 banche, distribuite in tutto il mondo, che non possono fallire”. 
Nel concreto, come si articola UniCredit International?
“UniCredit International si fonda essenzialmente su quattro pilastri, conoscenza dei mercati, ricerca di controparti di business all’estero, nuovi prodotti dedicati e consulenza specializzata in Italia e all’estero. Ricerca di controparti significa, ad esempio, aver realizzato un portale internet che costituisce un punto d’ingresso unico a tutti i servizi della banca a supporto dell’espansione internazionale dei clienti. Significa anche una serie di eventi Business to Business per fare incontrare direttamente esportatori italiani e importatori stranieri. Poi, ci sono i nuovi prodotti che arricchiscono la gamma degli strumenti destinati alle aziende che operano con l’estero. Inoltre, esiste la consulenza specializzata, in Italia e all’Estero, svolta attraverso una nuova rete di 200 Specialisti UniCredit International”.
 
Quali sono le iniziative più importanti di UniCredit per il 2013?
“Proseguiremo ovviamente con il progetto “UniCredit per la Sicilia”, che ci sta dando veramente ottimi risultati. I nostri piani prevedono entro il 2015 un’iniezione di due miliardi di euro di nuova finanza. Questo sostegno va concesso alle aziende meritevoli, non a quelle che non riescono a competere sul mercato. Tuttavia, in questo momento, anche le aziende meritevoli non fanno investimenti significativi per i timori provocati da questa crisi”.
Le riorganizzazioni continue nell’Unicredit non possono costituire un ostacolo?
“L’ultima riorganizzazione è avvenuta adesso, ma i gestori delle imprese non sono stati cambiati. In Sicilia, oggi, c’è un unico responsabile e siamo presenti con una direzione commerciale in ogni provincia eccetto Enna e Caltanissetta, la cui sede è unica. Sotto il direttore commerciale, infine, ci sono i direttori di filiale”.
Esistono delle misure che finanzino mutui per la ristrutturazione degli immobili in chiave anti-sismica?
“Una misura del genere esiste già, poiché è in vigore una convenzione con la Regione Siciliana sulla ristrutturazione degli immobili ubicati nei centri storici dei comuni. La Regione ha stanziato oltre 12 milioni per contributi in conto interesse e quindi gli interessi del mutuo sono a totale carico dell’amministrazione regionale”.
 
Tutte le vostre iniziative sono conosciute dal grande pubblico?
“Noi stiamo facendo una grande attività di comunicazione con convegni e con eventi, ma la comunicazione stessa non è mai abbastanza, perché deve arrivare all’utente finale per avere l’efficacia voluta. In questo momento, però, l’apertura all’export è talmente necessaria in Italia che implementeremo ulteriormente la nostra comunicazione. Non si può più tornare al decennio 1998/2008, che è stato un periodo apparentemente felice, ma dove l’economia è cresciuta sopra le sue reali possibilità. Quel decennio si è rivelato, alla prova dei fatti, un periodo disastroso per la stessa economia mondiale, oltre che per la nostra”.
Il Mediterraneo può costituire un’area di espansione vincente per l’economia siciliana?
“Il bacino del Mediterraneo è la sfida del futuro, ma a medio termine. Occorrerà valutare i risultati dopo alcuni anni, ma bisogna investire subito. La nostra presenza è forte in Turchia dove Unicredit è la seconda banca del Paese”.
Esiste la possibilità di creare rapporti economici tra l’imprenditoria siciliana, quella del Nord dell’Italia ed estera da parte di Unicredit?
“Assolutamente sì, non a caso la nostra banca si è dedicata a favorire la creazione di reti d’imprese, poiché la dimensione media delle aziende siciliane è piccola. Se non sei strutturato in modo adeguato, risulti debole nei mercati internazionali. Noi valutiamo con favore l’appartenenza ad una rete d’impresa e le aziende che ne fanno parte possono ottenere un credito più ampio”.
Come mai non si promuove la certificazione del bilancio?
“Potrebbe favorire i rapporti tra banche e aziende, agevolando tutte le parti, ma c’è un problema culturale”.
 

 
Curriculum Giovanni Chelo
 
Giovanni Chelo è nato a Genova nel 1958 e ha iniziato la sua carriera professionale nell’agosto del 1977 presso il Credito Italiano di Genova nella rete commerciale. Dal mese di ottobre 2004 al 2008 ha ricoperto la carica di Vice Direttore Generale come Responsabile della Direzione Personale di UniCredit Banca. Ha ricoperto anche la carica di consigliere di amministrazione dell’Irfis Mediocredito della Sicilia sino al gennaio 2012. Da settembre 2012 è Responsabile di Territorio Sicilia di UniCredit. È presidente della Commissione ABI Sicilia.