Ardizzone conferma il nostro Decalogo

Qualche giorno fa ho ricevuto una gradita telefonata da parte di Giovanni Ardizzone, neo presidente dell’Assemblea regionale siciliana, il quale mi ha confermato come tutti i punti pubblicati nel nostro Decalogo, quale promemoria – ripubblicato anche oggi – costituiscano una parte importante dell’azione che intende svolgere. Proporrà, quindi, all’Assemblea i relativi disegni di legge.
L’elezione di Salvo Pogliese – Chicco per me, perché lo conosco da quando aveva sei anni – come vice presidente dell’Ars è un secondo elemento positivo con cui si apre la XVI legislatura. E riteniamo positiva anche l’elezione del secondo vice presidente, il grilletto Antonio Venturino, perché porta aria nuova nel vertice della prestigiosa e antica istituzione. Va da sé che egli dovrà avere la modestia di apprendere un mestiere che non sa fare, ma che si può imparare mettendoci tanta buona volontà e umiltà.

Ovviamente, non si possono fare i conti senza l’oste: gli onorevoli deputati regionali. E c’è un secondo oste: Crocetta e la sua Giunta regionale. Il presidente non ci ha dato ancora la sua adesione o disapprovazione rispetto al promemoria che abbiamo più volte pubblicato nelle scorse edizioni (e che a breve pubblicheremo ancora). Se anche Crocetta vorrà confermare quanto gli abbiamo prospettato, la Sicilia potrà intravedere, seppur non a breve, la strada della crescita e della ripresa.
Tutto parte dal rimettere i conti in ordine, dal tagliare senza pietà privilegi, sprechi, corruzione e infiltrazioni mafiose che hanno rovinato l’Ente regionale. Tutto sta nell’inserire nell’azione della Giunta regionale e in quella dei componenti dell’Ars, i quattro valori etici fondamentali di una Comunità, più volte riportati nel nostro simbolo Risorgimento Sicilia: Merito, Responsabilità, Crescita e Solidarietà.
Per risollevarci dallo stato comatoso in cui si trovano società ed economia siciliane non bisogna sparare bufale, come quella secondo cui il ministro Barca avrebbe sbloccato 6 miliardi di fondi europei per la Sicilia: la verità al riguardo è che i miliardi sbloccati sono stati 5,7, ma per tutte le Regioni, non soltanto per la nostra Isola.

 
Per queste notizie false hanno una grande responsabilità i quotidiani e le televisioni, i quali riportano pari pari le dichiarazioni senza controllare le fonti, per verificare se esse risultino veritiere o se sono un modo per dar fiato alla bocca.
Il ruolo dei media regionali è fondamentale se vogliamo veramente riprenderci: essi avranno un effetto positivo se concorreranno, insieme al QdS, a fare inchieste, inchieste e inchieste, che facciano risaltare le inefficienze, le irresponsabilità, l’inazione di quanti hanno il dovere di fare, e di fare bene, sia fra i politici neo-eletti che fra i burocrati.
Una parentesi proprio su questi ultimi: vi sono circa 1.900 dirigenti, dei quali Crocetta ha detto di poter fare a meno almeno della metà. Noi aggiungiamo che se egli riuscisse a fare una cernita di soli 300, tanti quanti ne ha la Regione Lombardia, tutta la macchina amministrativa potrebbe tendere a quell’efficienza di cui c’è bisogno come l’aria che si respira.

Ardizzone ha detto sì, attendiamo che faccia lo stesso Crocetta. Noi sosterremo il primo e il secondo dal momento che, aderendo ai nostri promemoria, entrambi intendono far prevalere in ogni momento e in ogni circostanza l’interesse generale dei siciliani rispetto ai famigli, agli amici, ai parenti, alle amanti e a tanti altri vampiri che hanno succhiato il sengue dei siciliani per decenni.
A proposito di vampiri, ricordiamo di aver pubblicato nel 2007 una delle nostre inchieste in cui mettevamo in risalto come i 300 milioni l’anno dilapidati da una formazione inesistente e dannosa dovevano cessare. Ci sono voluti cinque anni per arrivare a questa conclusione e ci sono voluti cinque anni perché la Procura della Repubblica aprisse i fascicoli e indagasse la parentopoli dei deputati regionali che ha mangiato su questa greppia senza alcuna creanza.
Basta con questi comportamenti, politicamente scurrili. è ora di ritornare a un’azione saggia, prudente, sobria, equa, tagliando sprechi e apparati e non i servizi che, anzi, vanno migliorati e potenziati. Tagliando gli sprechi si ricaveranno le risorse indispensabili agli investimenti per creare nuovi posti di lavoro.