L’area moderata non è compatta, ma formata da molti spezzoni che rappresentano culture, etnie, tradizioni, linguaggi e pensieri diversi. Per questa ragione B. sta pensando ad uno spacchettamento, cioè a dire di formare tanti tronconi da riunire poi in una grande coalizione. Il disegno è chiaro. Chi lo accusa di ondeggiamenti non lo ha capito.
Demonizzarlo è un errore perché il vittimismo del Cavaliere, accusato a torto o a ragione da molte Procure, e il supposto accanimento contro di lui di GdF e tribunali, lo aiuta molto nel recupero di credito politico e quindi di consenso.
I suoi avversari non hanno capito che di fronte ai prossimi esami elettorali di febbraio 2013, si devono preoccupare di spiegare ai cittadini cosa fare e in quanto tempo farlo per riprendere la strada della crescita; quale riforme attuare, a partire da quelle istituzionali, sia con leggi ordinarie che con leggi costituzionali.
Devono spiegare ai cittadini che hanno vissuto per decenni al di sopra delle proprie possibilità spendendo piu di quanto guadagnavano e ora è venuto il momento di tornare con realismo all’equilibrio dei conti dello Stato, delle Regioni, dei Comuni e delle famiglie.
Lo scenario è complesso perché vi sono tante cariatidi in quella zona centrale dello schieramento politico che, con partiti e partitini, sperano di diventare l’ago della bilancia. Ecco perché nessuno ha voluto cambiare la legge elettorale, in modo da lasciare nelle mani dei segretari la possibilità di nominare i candidati, mettendoli in ordine tassativo di elezioni, in base alla fedeltà e non al merito.
Dal che ne scaturirà ancora una volta un Parlamento nominato e bloccato che però non sarà in condizioni di proseguire l’azione di risanamento dell’attuale governo, indispensabile per uscire dal tunnel.
Ricordiamo che la legge sul pareggio di bilancio (articolo 81, 4° comma della Costituzione), è stata approvata ma ciò non basta, infatti per il fiscal compact il nuovo governo dovrà trovare 45 miliardi nel 2013 necessari a tagliare un ventesimo di quella parte del debito pubblico eccedente il 60 per cento del Pil. E saranno cavoli amari.
Ripristinare il quadro politico è essenziale. Avere chiarezza dei competitori altrettanto. Il chiarimento è alle porte. Nessuno sfuggirà agli sfottò di Grillo e dei suoi grilletti.