Catania – Camera di Commercio: conti in regola a dispetto della crisi economica

CATANIA – Ventidue milioni, 909 mila e 600 euro: questo il totale dei proventi correnti della Camera di Commercio etnea. È la cifra presentata alla città dal segretario generale Alfio Pagliaro insieme al commissario straordinario Fausto Piazza, che ha adottato la delibera di approvazione del bilancio preventivo per il 2013. Gli oneri correnti ammontano invece a poco più di 23 milioni di euro.
Un Ente che ha i conti a posto e riesce ad approvare il bilancio nei tempi previsti, riuscendo a portare avanti i servizi ai propri associati senza entrate extra. Nel corso dell’anno, infatti, non ci sono stati bandi regionali per l’internazionalizzazione, cosa che negli anni passati ha permesso alla Camera di Commercio di aggiudicarsi quattro missioni per un totale di 800 milioni di euro. Una cifra non da poco che però non è più nella disponibilità dell’ente catanese. E nonostante l’intero budget provenga da finanze camerali, rispetto allo scorso anno ha incrementato dell’80 per cento la quota destinata per interventi a sostegno dell’economia, raggiungendo la cifra di un milione e 800 mila euro pari al 7,74 per cento del bilancio corrente. Si tratta di missioni commerciali o partecipazioni a fiere, ma anche di rafforzamento patrimoniale delle piccole e medie e imprese mediante risorse destinate a consorzi fidi (affinché facilitino l’accesso al credito alle imprese catanesi). Il capitolo principale delle entrate della Camera di commercio di Catania è rappresentato dalla voce diritto camerale annuo, ovvero la quota pagata da ogni impresa (18.969.300 euro), mentre la seconda dai diritti di segreteria pari a 3.285.000 euro. Esistono poi entrate provenienti da contributi e trasferimenti e proventi da gestione di beni e servizi che insieme compongono il 2,86 per cento del totale delle entrate.
Più complesso è invece in capitolo relativo alle spese: la cui voce principale, come spesso accade, è rappresentata dai costi per il personale che ammontano al 45,20 per cento del totale. È bene specificare che le spese per il personale vanno diversificate tra quelle per il personale in servizio, la cui spesa complessiva è di sei milioni 311 mila e 131,50 euro, e quelle per il personale in quiescenza, il cui totale è di quattro milioni e 200 mila euro. “Il sistema camerale siciliano ha una nota molto dolente per quanto riguarda il sistema delle pensioni. Le dobbiamo pagare noi e questo toglie linfa economica ai nostri associati”, ha spiegato Alfio Pagliaro. Il 27,14 per cento del bilancio viene dunque usato per il personale in servizio e il 18,06 per cento per quello in quiescenza.
Capitolo importante nel bilancio preventivo 2013 della Camera di Commercio catanese, poi, è quello per le spese di funzionamento che ammontano al tre milioni 806 mila e 603 euro, pari al 16,37 per cento del totale. Di queste spese però un milione e 68 mila euro pari al 4,59 per cento del totale, sono destinati a favore del sistema camerale, ovvero sono destinate all’Unioncamere nazionale e regionale e al fondo perequativo. Gli Enti camerali più solidi, infatti, contribuiscono in quota parte a sostenere quelli più piccoli, che da soli non riuscirebbero a sostenere i costi di funzionamento. E oltre a sostenere le altre Camere di Commercio, quella di Catania, dato lo stato solido delle sue finanze, ha anche dovuto versare circa 400 mila euro nelle casse del Governo nazionale.
“È ricchezza catanese che purtroppo va a Roma e lì si ferma. Non verrà reinvestito nulla da noi, ci sarebbe invece piaciuto destinare questi soldi alle nostre imprese. Ma la spending rewiew ci impone di procedere in questo modo”, ha concluso Pagliaro.