Esso si basa su un protocollo d’intesa fra i soggetti che seguono: Regione, organizzazioni imprenditoriali (Ance, Confedilizia, Uppi), ordini professionali (ingegneri, architetti, geometri, geologi, commercialisti), istituti di credito (Abi Sicilia e banche), università.
Oggetto di tale protocollo è la messa a disposizione di tutti i proprietari di immobili (privati e imprese) di un pacchetto omnicomprensivo per la messa in sicurezza antisismica degli stessi.
Perché un proprietario avrebbe la convenienza di utilizzare tale protocollo? Per due ragioni fondamentali. Prima, perché salvaguarderebbe vite umane, fra cui la propria; seconda, perché incrementerebbe il valore del proprio immobile molto di più di quanto spenderebbe.
La spesa occorrente è stata stimata nell’ordine di circa 400 euro a metro quadro. Cosicché, un immobile di circa 150 metri quadri, presenterebbe un costo intorno a sessantamila euro.
Come si dovrebbe provvedere alla provvista? Attingendo a un mutuo convenzionato, a un tasso minimo, concordato appunto con il sistema delle banche regionali.
Manca un tassello fondamentale: la Regione.
Il progetto è ambizioso. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Etica & Valori “Marilù Tregua”, con la collaborazione del QdS. Essa lo proporrà a tutti i soggetti prima indicati, per chiedere la sottoscrizione del protocollo d’intesa, che dovrà essere portatoal presidente della Regione perché lo sottoscriva o lo rifiuti, motivandone le ragioni. Questa iniziativa sarà sottoposta anche al presidente dell’Assemblea regionale, ai vice presidenti, nonché a tutti i deputati onesti e capaci che vedano con favore quanto prospettato.
Potrebbe sorgere un’altra obiezione: con la ristrettezza finanziaria che c’è dove dovrebbe prendere i soldi (1 mld) la Regione? La risposta è semplice: tagliando i 3,6 mld di spesa inutile, le cui voci sono state più volte dettagliate dalle nostre inchieste e, in particolare, una: la spesa sanitaria, con il riallineamento dei farmaci (risparmio 500 mln) e il riallineamento dell’attuale caotica e dispendiosa disorganizzazione dei servizi ad una efficiente (risparmio 500 mln).
La Fondazione ci proverà. Agli uomini di buona volontà e di visione prospettica la risposta.