Fra gli argomenti sui quali si dibatte, assume particolare rilievo l’imposizione di un’imposta sui grandi patrimoni, per trovare le risorse necessarie a fare gli investimenti.
La proposta è valida e gli stessi detentori di grandi patrimoni quali Montezemolo, Benetton, Del Vecchio, Della Valle, Agnelli ed altri, si sono dichiarati disponibili a pagare una tantum la patrimoniale, a condizione che essa venga destinata allo sviluppo ed al taglio del debito pubblico. I ricchi hanno anche chiesto che tagliare la spesa corrente improduttiva è essenziale per ricavare ulteriori risorse necessarie allo sviluppo.
Non si vede chi non possa convenire con queste proposizioni. Se la patrimoniale sui ricchi è equa, l’Imu sugli immobili gravati da mutui o leasing è iniqua. Facciamo l’esempio di un’impresa che abbia acquistato un capannone industriale per un milione mediante un leasing pagato per 8/15. L’Imu sull’intero valore diventa così un Imu sul debito non sull’immobile, il che è iniquo oltre che palesemente illegittimo. Infatti, l’Imposta municipale unica è una patrimoniale che tosa l’immobile di proprietà. Ma se la proprietà è ancora al 50 % anche l’imposta deve essere ridotta al 50 per cento.
Con il gravame, i responsabili politici e burocratici dei bilanci stessi sarebbero portati a ragionare sull’utilità di mantenere la proprietà di tali immobili o di dismetterli. è noto, infatti, che sono moltissimi gli immobili detenuti dagli enti pubblici, senza alcuna necessità. Apparentemente non si capisce perché non li vendono. Forse perché detenerli alimenta mazzette e corruzione.
L’altra patrimoniale, di tipo virtuale, dovrebbe essere quella sulla spesa pubblica. All’uopo dovrebbe essere istituita per ogni amministrazione, l’Agenzia delle uscite, la quale avrebbe il compito di fare le pulci ad ogni spesa in modo da confrontarla con la sua utilità, cioè con il concorso alla produzione del servizio pubblico cui è destinata.
La conseguenza sarebbe di tagliare tutte quelle spese inutili che non concorrono a formare i servizi prodotti unicamente negli interessi dei cittadini. Anche la questione dell’Agenzia delle uscite è abbastanza nuova e ci auguriamo di vederla inserita nel dibattito politico prossimo venturo. Intanto sentiamo le solite litanie che seccano mortalmente i cittadini. Uffa che noia!