Catania – Trema il Tribunale etneo scovata ‘talpa’ della mafia

CATANIA – Trema il Tribunale di Catania. È stato arrestato per favoreggiamento personale, aggravato dall’avere favorito l’associazione mafiosa, Sebastiano Maiolino, detto Nello, un cancelliere di 63 anni responsabile della Sezione Gratuito patrocinio (area penale). Sconforto, incredulità tra le aule della giustizia etnea, destata dalla scoperta di infiltrazioni inquietanti, al cui confronto la muffa che si annida tra le pratiche degli scantinati sembra una bazzecola.
 
A quanto si apprende dalle prime notizie circolate, Maiolino avrebbe passato informazioni “coperte dal segreto d’ufficio” a un esponente del clan Trigilia di Siracusa avvertendolo di intercettazioni in corso da parte della Dda della Procura catanese. Un tipo schivo, poco partecipe alla vita del Palazzo: così lo descrivono alcuni dipendenti. Forse perché “forestiero”, essendo a quanto si apprende originario della provincia di Siracusa. Ma dentro il sistema etneo quanto basta per coinvolgere anche la sua convivente, Maria Pulvirenti, direttrice della Sezione del Giudice per le indagini preliminari, alla quale è stato notificato un invito a presentarsi che ipotizza, per un solo episodio, il reato di rivelazioni di segreto d’ufficio semplice.
 
In pratica la Pulvirenti avrebbe messo Maiolino a conoscenza di indagini svolte dalla Dda di Catania su Giovanni Cassarino, esponente del clan Trigila. Una soffiata che per il Gip non giustifica l’esistenza dell’aggravante mafiosa, ma che non esime Pulvirenti dall’interrogatorio.
Ma non è solo la coppia a essere indagata. Un provvedimento restrittivo, infatti, è stato notificato a carico di Waldker Albergo, di 51 anni, già detenuto, per associazione mafiosa e rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale. Sarebbe stato proprio Albergo a ricevere da Maiolino la “soffiata” sulle intercettazioni che la Dda della Procura di Catania aveva attivato nei confronti di Antonino Trigila, capo storico dell’omonimo clan. Nei confronti di Maiolino gli agenti della Polizia di Stato dei commissariati di Avola e Noto e della squadra mobile della Questura di Catania hanno eseguito un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip.