Quale è lo stato attuale, a suo parere, del servizio sanitario nazionale?
“Tante le polemiche che, di recente, hanno fatto della sanità protagonista di cronaca e non sempre in maniera positiva. “Abbiamo un servizio sanitario che è a fortissimo rischio ma non credo che il problema sia legato a sacche di inefficienza o a comportamenti poco corretti, comunque presenti e che correttamente si debbano andare a perseguire. Nella realtà, la verità è che il finanziamento economico è, per me, assolutamente insufficiente; certo anche per altre cose importanti della società civile, ma è insufficiente nel momento in cui i bisogni e le aspettative della gente aumentano. Perché se oggi abbiamo tecnologia d’alto livello che ci permette di fare diagnosi e trattamenti di un certo rilievo, se la gente non si accontenta più di guarire ma vuole stare bene e correttamente, se diminuisce il finanziamento il servizio sanitario non è più sostenibile. Tanto è vero che il clou della azione di quest’anno è stato rappresentato dalla manifestazione a Roma, che ha visto la presenza di trentamila medici: una enormità da un punto di vista percentuale. Presenti i sindacati e per la prima volta anche la federazione nazionale dell’ordine dei medici.
Perché non era una rivendicazione sindacale ma era una rivendicazione della tutela del servizio sanitario nazionale, un patrimonio di tutti gli italiani, che è stato ed ha fatto la fortuna degli italiani dal punto di vista della salute.
I risultati portati dal servizio sanitario nazionale sono stati infatti straordinari. E non siamo noi a dirlo ma lo dice il mondo intero. Sia in termini di qualità della vita che in termini di durata della vita siamo ai primissimi posti nel mondo, in particolare al secondo".
La sanità a Messina come procede?
“La sanità a Messina risente, alla stessa maniera di quella nazionale, degli stessi problemi ma in misura maggiore. Ed è inevitabile che sia così: perché mentre in altre realtà regionali si può ovviare con il ricorso al privato, Messina è una città che non ne ha, è una città in crisi profonda. Ed il mio timore, e spero di essere smentito, è che la situazione andrà a peggiorare".
Quale è il ruolo concreto attualmente del medico di famiglia?
“A Messina siamo circa cinquecentotrenta medici di base. Il medico di famiglia è una figura importante nelle dichiarazioni ma nella realtà, per chi governa, non lo è. Non è la mia una accusa ma una disamina serena. In un momento di crisi si sta spostando, correttamente, parte dell’assistenza dall’ospedale al territorio ed il territorio è quasi sempre rappresentato dal medico di base. Il problema è che se non diamo gli strumenti al medico di medicina generale questo non può rispondere adeguatamente alla richiesta".
Quali sono, a suo parere, gli strumenti di cui essere dotati?
“Gli strumenti sono rappresentati da una dotazione tecnologica che può essere diretta o indiretta. Faccio un semplice esempio: per un malessere importante ci si rivolge al pronto soccorso perché unico luogo dotato di attrezzatura adeguata. E questo nonostante anche una massima fiducia verso il proprio medico di famiglia che, allo stato attuale non è dotato di macchinari nel proprio studio. E questo non per una sua volontà ma perché non è previsto. In questa direzione è andato l’Assessorato alla Salute siciliano; per cui da un punto di vista concettuale è assolutamente corretta e condivisa l’impostazione che è stata data. Il problema nasce perché non ci sono le risorse sul territorio".
Nel vostro ordine professionale è previsto un consiglio di disciplina?
“Si, è previsto. E viene applicato nelle sanzioni e senza sconti. Anche i cittadini possono fare segnalazioni di disfunzioni".
Quali sono gli obiettivi principali che vi proponete per questo nuovo anno?
“La medicina generale ha obiettivi grandissimi per il 2013. L’anno 2012 si è concluso con l’approvazione del Decreto Balduzzi che prevede il riordino delle cure territoriali e le modifiche previste devono essere inserite nei contratti della medicina generale. Ci proponiamo, inoltre, naturalmente di migliorarci".
Quanti sono gli iscritti all’ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Messina?
“I nostri iscritti sono circa seimila e cinquecento. Il nostro ordine, come numero, è il terzo della Sicilia ed il dodicesimo o tredicesimo in Italia".
Sull’aggiornamento professionale come vi state muovendo?
“La formazione è, sempre, lo strumento principale per dare risposte migliori. L’ordine dei medici di Messina, ricordo, è stato uno dei primi in Italia ad essere accreditato come provider, con il nuovo sistema della formazione continua dell’ECM”.
Curriculum Giacomo Caudo
Giacomo Caudo, laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Messina, è medico di medicina generale e medico penitenziario presso la Casa circondariale di Messina; dal 2007 è direttore Sanitario, attività di Consulente tecnico d’Ufficio presso i Tribunali di Messina, Patti e Barcellona. Dal 1999 è segretario provinciale Fimmg Messina e dal 2007 presidente regionale generale della Fimmg Sicilia. Dal marzo 2010 è presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Messina.