AGRIGENTO – Supera abbondantemente il milione di euro la spesa che la Provincia di Agrigento sostiene per il mantenimento delle società partecipate dell’ente. Una spesa che nel passato era sicuramente doppia rispetto a quella attuale e che si è ridotta soltanto dopo l’insediamento del presidente Eugenio D’Orsi, che ha dato una sfoltita alle uscite e ha chiesto al Consiglio provinciale di sopprimere molti enti inutili, carrozzoni che erano dei veri e propri doppioni e le cui competenze andavano a cozzare con quelle dei singoli assessorati della Provincia.
Ma entriamo nei dettagli: la spesa maggiore affrontata dalla Provincia è relativa al contributo che viene dato al Consorzio universitario, Polo di Agrigento che ammonta a 1 milione 60 mila euro. L’ente detiene quote azionarie dell’Università pari al 79,96%.
Le altre somme sono invece riferite alle società d’ambito per il ciclo dei rifiuti. In particolare, 80.000 euro sono destinati alla Dedalo ambiente, (la Provincia ha una quota azionaria di partecipazione del 10%), 70.000 euro all’Ato Gesa Ag2 (partecipata dall’ente con una quota del 10,52 per cento), infine altri 50.000 euro per la Sogeir Ato 1 di Sciacca, anche qui con una partecipazione del 10 per cento.
Questo per quanto riguarda le società d’ambito per i rifiuti, mentre per il consorzio idrico integrato la Provincia non esce un solo euro pur avendo una quota azionaria del 10,40%. Stessa cosa per l’Aavt, che è stata sciolta ma vedeva l’amministrazione provinciale rappresentata con l’86,74% di azioni, ma anche per la Propiter, Progeco, Apea e consorzio Terre Sicane, tutti enti partecipati cancellati con un colpo di spugna dal Consiglio provinciale che ha approvato le proposte dell’amministrazione guidata dal presidente Eugenio D’Orsi.
Per l’Asi, il consorzio per lo sviluppo industriale, la Provincia sborsa 28.547 euro annui e ha una partecipazione del 13,73%.
“Abbiamo ridotto le spese – ha detto il presidente D’Orsi – per rendere meno pesante il carico sulle casse provinciali e fare in modo che i soldi risparmiati potessero servire per lo sviluppo del nostro territorio”.
“è stato necessario sciogliere le partecipate inutili – ha commentato il presidente della commissione Lavori pubblici, Carmelo D’Angelo del Pdl – dall’Aavt, alla Progeco, a Sviluppo Agrigento fino alla Propiter. Condividiamo la volontà e l’azione politica del Presidente D’Orsi mirato alla razionalizzazione della spesa”.
Altri esborsi. Uno sguardo alla Camera di commercio
AGRIGENTO – La Camera di commercio di Agrigento sostiene una spesa di circa 300 mila euro per il mantenimento delle società e degli enti a partecipazione azionaria. L’ente camerale si ritrova ad avere otto tra società e consorzi pubblici tra le cosiddette, spendendo in un anno, circa 300 mila euro così ripartiti: 240 mila euro per mantenere in vita la Progest, cioè l’azienda speciale servizi, promozione e gestione nella quale partecipa con il 100 per cento delle quote azionarie.
Poi c’è il Polo universitario con una spesa annua di 25.822,84 euro e una partecipazione dello 0,1%. Ancora il consorzio per l’area e lo sviluppo industriale con una quota annua di 24.717 euro ed una partecipazione dello 0,21 per cento. Infine, una somma di 4.578,96 euro per casa Sicilia Srl con una quota azionaria di partecipazione dello 0,24 per cento.
“Non si tratta di grosse cifre – ha detto il presidente Vittorio Messina – e poi i benefici giustificano i costi sostenuti”.