Catania – Amt, dalla Regione solo briciole avanti ma senza 24 milioni di euro

CATANIA – È arrivata parte dei finanziamenti regionali, circa 7 milioni di euro, ma all’Amt rimane lo stato di emergenza. Mancano all’appello,infatti, ancora circa 24 milioni di euro di crediti vantati nei confronti della Regione, per riportare l’azienda di trasporto pubblico locale, in uno stato di normalità.
Dei circa 30 milioni in totale vantati dall’Azienda metropolitana trasporti di Catania,dunque, è arrivata solo una minima parte, 6,9 milioni, sufficiente per pagare lo stipendio di dicembre ai dipendenti e di far fronte ad altre spese, come per esempio il pignoramento di una partita di autobus acquistati, presentato nel 2001 dall’Iribus.
"La somma arrivata – spiega il presidente dell’Amt e capo di gabinetto del sindaco Raffaele Stancanelli, Roberto Sanfilippo – rappresenta una vera e propria boccata di ossigeno. Abbiamo pagato i dipendenti e alcuni fornitori, ma la situazione non si è risolta. Aspettiamo da Palermo ancora buona parte dei fondi: manca, per esempio, tutto il secondo trimestre 2012, che ammonta a circa 14 milioni, oltre all’adeguamento contrattuale che corrisponde ad altri 3 milioni circa, più il primo trimestre 2013, altri 7 milioni circa".
Insomma, all’appello mancano ancora circa 24 milioni, ancora troppi per affermare di avere superato il momento critico toccato nello scorso mese di dicembre, quando i circa 760 dipendenti sono entrati in stato di agitazione pretendendo il pagamento della mensilità di dicembre e della tredicesima.
Rimangono da saldare, infatti, ancora i fornitori, i trattamenti di fine rapporto del 2011 ed è necessario acquistare i ricambi per i mezzi fermi, che permetterebbero di fare circolare più vetture rispetto a quelle, limitate a circa 90, oggi in giro per la città.
"Se non dovessero arrivare gli altri fondi – prosegue Roberto Sanfilippo – il rischio concreto è che l’azienda dovrà fare aspettare ancora i fornitori e non potrà ordinare i pezzi di ricambio per gli autobus".
Insomma, l’arrivo della prima tranche di fondi regionali non ha, di fatto, risolto il problema né messo al riparo la qualità dello stesso servizio pubblico, al momento ridotto al minimo indispensabile.
"Il servizio – sottolinea ancora Sanfilippo – procede con quello che abbiamo, ma è garantito. Il problema è che, con il passare del tempo, si accumulano nuovi debiti nei confronti della Regione, dove devono però capire che, facendo in questo modo, si danneggia Catania, non solo la città ma anche i cittadini i quali non possono contare sul servizio di cui hanno bisogno".
La situazione rimane, dunque, incandescente e anche i sindacati restano fortemente preoccupati per le condizioni economiche dell’azienda, trasformata nel 2011 in Spa.
"In pochi anni – hanno spiegato in una nota – il servizio si è dimezzato: prima le vetture erano 240, ora sono 125 ma ne escono in strada solo 80 al giorno, con gravi conseguenze sul servizio”. I rappresentanti dei lavoratori chiedono la revisione del Piano industriale, dal momento che quello approvato nel 2011 sarebbe ormai superato e, nei prossimi giorni, terranno un’assemblea con i lavoratori per confermare lo sciopero indetto per il prossimo venerdì, 25 gennaio, per chiedere certezze per il futuro.