In effetti, le contraddizioni di questa alleanza di Centro-Sinistra sono innumerevoli. Ultima fra esse la posizione affermativa del leader democratico sull’intervento della Francia in Mali e quella contraria di Vendola sullo stesso intervento.
L’altra forte contraddizione è sulla riforma Fornero che Bersani indica come migliorabile, mentre il suo responsabile economico, il bocconiano Stefano Fassina, dice che va totalmente modificata.
Vi sono altre contraddizioni che stanno gettando scompiglio nelle file dei simpatizzanti del Partito democratico che alla fine potrebbero dirottare il loro consenso verso Rivoluzione Civile di Antonino Ingroia e Antonio Di Pietro (non dimentichiamolo), ovvero verso i grilletti del comico genovese, o ancora verso la protesta tout court dell’astensione, della scheda bianca o del voto nullo, sul quale si scrive no ai politicanti.
Vi è anche la concorrenza di Scelta civica, con Monti per l’Italia. Il Professore sta acquisendo tanti consensi al Nord, pochi al Centro e al Sud. In Sicilia, quasi non si sente e lo voteranno i benpensanti che numericamente sono pochi. Ciò perché è mancata (e manca) rete organizzativa e comunicazione.
In questa vicenda, Matteo Renzi, perdente alle primarie ma sostanzialmente vincente col suo 40% di preferenze, è rimasto alla finestra perché Bersani ne ha paura e non lo ha voluto coinvolgere attivamente nella campagna elettorale. Si capisce la ragione del timore, ma non ha respiro strategico.
Il leader democratico si trova martellato a destra da Berlusconi, a sinistra da Ingroia. La sua posizione non è certamente facile perché la tenaglia si stringe ogni giorno di più e in questo scarso mese probabilmente serrerà le ganasce. Berlusconi guadagna preferenze perché sta recuperando parte del suo elettorato, anche se la sua linea è fatta di protesta e non di proposta.
La stessa valutazione può essere fatta per Ingroia, che da sinistra ha scelto la linea di protesta piuttosto che di proposta. Se ai due si aggiunge il protestatario per antonomasia, cioè Beppe Grillo, si può facilmente concludere che in questa campagna elettorale sono pochissimi quelli che hanno a cuore l’interesse degli italiani, sottoponendo loro il come fare per uscire dal guado.