UniPa, conti in equilibrio ma studenti insoddisfatti

PALERMO – Conti in equilibrio all’Università di Palermo, che chiude il suo bilancio 2012 con un attivo di 2 milioni e mezzo sul risultato di competenza e riduce ancora il suo disavanzo di amministrazione a 4 milioni e 300 mila (nel 2009 era di circa 28 milioni e 200 mila). Una situazione che fa prevedere al Rettore, Roberto Lagalla, di riuscire ad azzerare interamente nel 2013 quei debiti pregressi che negli anni scorsi pesavano come un macigno sull’Ateneo.
Dopo alcuni anni di motivata interruzione, viene dunque ripristinata la cerimonia ufficiale per inaugurare l’A.A. 2012/2013 dell’Università degli Studi di Palermo. Alcuni anni fa, infatti, il tradizionale evento era stato sostituito con una Conferenza generale d’Ateneo.
Numerosi ancora i problemi da risolvere e i programmi che intendono risolverli.
“Siamo tutti consapevoli del difficile momento che vive il nostro Paese, momento reso ancora più grave dall’incerto quadro politico, economico e sociale offerto dall’Europa. – Spiega Antonio Valenti (Direttore Generale UniPa) – Il contenimento della spesa pubblica, e il conseguente giro di vite imposto dal Legislatore al sistema universitario, ha reso sempre più ardua la possibilità di eccellere in efficienza e competitività”.
Nonostante i risultati positivi dichiarati da Lagalla e Valenti numerosi sono stati gli studenti che hanno tentato di bloccare la cerimonia d’inaugurazione, ma sono stati respinti dalle forze dell’ordine. I più lamentavano l’incessante aumento delle tasse e l’inadeguatezza dei servizi resi in cambio.
“Vorrei dare voce – Dichiara a tal proposito Leoluca Orlando (Sindaco di Palermo) – agli studenti, ai docenti e al personale tecnico amministrativo dell’università, ovvero a chi registra con sofferenza la mortificazione della formazione pubblica nel nostro paese, mortificazione che priva la società italiana del più grande ascensore sociale che esista. Con urgenza è necessario risolvere il problema delle dimissioni dallo stato di studente per ragioni economiche, realizzare la sostanziale eguaglianza dei diversi, e garantire un istruzione pubblica per tutti”.
Importante anche l’intervento di Luigi Nicolais (Presidente del CNR) il quale ha confermato l’attenzione che il più importante consesso della ricerca italiana riserva alle strategie di innovazione e sviluppo delle regioni meridionali e, in particolare, della Sicilia. “Il Governo Italiano – dichiara Nicolais – deve porre attenzione sul fatto che non si vive in un mondo in continua evoluzione senza tenere conto che il cambiamento e la capacità di gestire il cambiamento nasce da un mondo che produce conoscenza, ovvero l’Università e la Ricerca. E’ altresì auspicabile che il mondo della ricerca, il settore economico e il settore industriale facciano sistema per individuare il settore chiave per lo sviluppo del paese”.