BRUXELLES – I giornalisti saranno sostenuti di più dalle istituzioni europee (con possibilità di accedere ai finanziamenti europei) in quanto inquadrabili come liberi professionisti. È quanto ha sostenuto nei giorni scorsi il presidente dell’Istituto nazionale di previdenza per i giornalisti, l’Inpgi, Andrea Camporese: "Dopo l’approvazione dell’Action plan – ha spiegato a margine dell’incontro ‘Welfare e ammortizzatori sociali per i giornalisti italiani’ di mercoledì scorso a Genova -, ci saranno bandi europei diretti anche ai giornalisti ai quali si potrà accedere attraverso domande di finanziamento, soprattutto sui temi dello sviluppo e dell’innovazione".
La notizia è rimbalzata subito dopo la pubblicazione e la presentazione (lo scorso 9 gennaio) del piano d’azione Imprenditorialità 2020, una serie di misure che la Commissione europea porterà avanti nei prossimi anni per sviluppare l’economia europea e dare linfa a piccole e medie imprese e, soprattutto, per i liberi professionisti, categoria finora non contemplata a livello europeo.
A pagina 20 del piano si legge infatti che la Commissione punta a "mettere a punto un gruppo di lavoro per stabilire i bisogni specifici dei liberi professionisti in relazione alla semplificazione, internazionalizzazione e accesso ai finanziamenti".
"Gli imprenditori – ha dichiarato il commissario europeo all’Industria, Antonio Tajani – sono gli eroi dei nostri giorni e l’imprenditorialità è il più potente fattore di crescita economica nella storia dell’economia. Il nostro obiettivo è quindi quello di far sì che diventare imprenditore sia una prospettiva attraente e accessibile per i cittadini europei".
Questa novità dà finalmente spazio a degli attori dell’economia che non sono stati aiutati a dovere nel periodo peggiore della crisi e che ora si tenta di coinvolgere e far crescere. "Il documento predisposto dalla Commissione – ha spiegato inoltre Camporese – contiene alcuni importanti passaggi che riconoscono ai liberi professionisti il loro indiscusso ruolo nello sviluppo del Paese e dell’occupazione e li individua come i futuri destinatari di politiche di sostegno mirate. Dal facile accesso al credito alla necessità di seguire il professionista durante l’intero ciclo di vita, garantendo e sostenendo la continuità e l’adeguatezza del reddito, con una particolare attenzione al tema degli oneri amministrativi e burocratici, che ostacolano lo start up di impresa e competitività, da oggi il professionista ha gli stessi diritti e opportunità di un piccolo e medio imprenditore”.
Il piano, redatto nel corso del 2012, è stato trasmesso ora al Parlamento europeo e al Consiglio e verrà quindi discusso nei prossimi mesi: un’altra speranza per uscire dalla crisi.