“Fondi Ue, più controlli. Mai più alla mafia”

PALERMO – Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e il governatore siciliano Rosario Crocetta hanno siglato un patto per scongiurare il blocco dei fondi europei per la Sicilia, dopo che il commissario competente ne ha contestato la destinazione. Uno stop che riguarda, secondo l’assessore all’Economia Luca Bianchi, la programmazione precedente, Agenda 2000: oltre 600 milioni di euro. Il blocco non riguarderebbe, invece, la programmazione del 2007-2013. Schulz ha ribadito che “occorre difendere i fondi per la coesione e la cooperazione e servono più controlli, perché mai più un centesimo dei fondi europei dovrà finire nelle mani della mafia”. Crocetta è intervenuto anche nei confronti del Governo nazionale al quale ricorda che “per le decisioni che attengono alla Sicilia il presidente della Regione ha il rango di ministro e quindi eventuali decisioni in cui la presidenza della Regione non sia stata coinvolta verranno contestate in tutte le sedi, senza escludere l’impugnativa giudiziaria di provvedimenti che sono stati fatti in mancanza del rispetto della Costituzione e dello Statuto”.
Marcia indietro invece sulla questione della data delle amministrative decisa dal Presidente della Regione per il 21 e 22 aprile prossimi e subito contestata da tutti i partiti. Per Davide Faraone del PD “Le 9 provincie costano 900 milioni di euro l’anno per mantenere 315 consiglieri provinciali”. Francesco Cascio (Pdl), presidente della commissione Esame delle attività dell’Unione europea, ha detto che , anticipare la competizione elettorale, rispetto all’approvazione del bilancio regionale, comporterà che i Comuni non potranno godere neppure dei trasferimenti finanziari necessari allo svolgimento degli stessi adempimenti elettorali. “Rimango stupito e disorientato – dichiara Antonello Cracolici (Pd) –  non capisco come faccia il governo regionale ad annunciare di volere andare avanti sul processo di riforma delle Province, e al tempo stresso indire il voto per aprile confermando di fatto l’attuale modello”.
 
E Prosegue dicendo che “Nei mesi scorsi l’Ars ha avviato il confronto parlamentare per il superamento dell’attuale assetto e numero delle Province regionali, e appena pochi giorni fa l’assessore Valenti aveva annunciato l’intenzione della giunta di varare una riforma. Adesso apprendiamo che si voterà ad aprile, dunque, per cinque anni tutto resterà invariato”. “Se i partiti pongono la necessità di rivedere la data delle elezioni comunali e provinciali – si è affrettato a dire Crocetta – sono pronto a discuterne col Parlamento e a definire una nuova data”. “Non abbiamo alcuna difficoltà a far loro questa cortesia istituzionale”.
Anche il vice presidente dell’Ars Salvo Pogliese aveva criticato la decisione di Crocetta perché le elezioni sarebbero avvenute in coincidenza con la discussione del Bilancio in Aula e perplessità era stata espressa dal capogruppo del Pdl all’Ars Francesco Scoma che si è chiesto  “Perchè mai andare al voto per il rinnovo delle Province quando all’Ars è stata calendarizzata per il 6 marzo prossimo la discussione per la riforma delle province, prevista anche dai provvedimenti di spending review imposti dal governo nazionale?”.