AGRIGENTO – Sono giorni decisivi per puntare alla proroga dei termini dello sgombero dell’ospedale San Giovanni di Dio, dopo che il Tribunale del riesame, respingendo la richiesta di dissequestro e di sospensione dello sgombero della struttura, ha accolto e confermato in pieno il provvedimento disposto dalla Procura della Repubblica. Ciò significa che, tra pochi giorni, entro il 24 agosto, più di mille persone tra degenti, medici, paramedici e addetti ai vari servizi, dovranno andare altrove, dove e come non si sa.
Un esodo ormai impossibile per la data già fissata e che fa sperare nell’accoglimento della richiesta di differimento di sei mesi per lo sgombero della struttura, presentata dal sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, nella sua qualità di custode giudiziario del nosocomio. Un lasso di tempo ragionevole (la Procura si era pronunciata solo per 60 giorni ndr) che consentirebbe alla Protezione civile di continuare a effettuare gli accertamenti necessari per mettere in sicurezza la struttura.
Si tratta di un percorso preannunciato da tutte le istituzioni interessate a questo ennesimo, grave, problema agrigentino e che ha un unico obiettivo, quello di accertare i reati di cui si sono resi responsabili manager, imprenditori, consulenti e professionisti vari, garantendo nel contempo ogni sicurezza alla struttura ospedaliera e il mantenimento dell’assistenza sanitaria a un vasto bacino di utenza di migliaia e migliaia di persone. Il raggiungimento di questo obiettivo dipende dal Giudice per le indagini preliminari al quale la Procura della Repubblica illustrerà tra qualche giorno la richiesta di proroga presentata dalla Protezione civile.
Una corsa contro il tempo, dunque, per decidere sulla concessione o meno della proroga allo sgombero, che tiene con l’animo sospeso e in comprensibile tensione gli agrigentini, ai quali la situazione venutasi a determinare comincia ad apparire molto più complicata di quanto è emerso dalle passerelle mediatiche di uomini del governo e di rappresentanti politici.
Di certo c’è da registrare, oltre alla rinuncia dell’Azienda ospedaliera di ricorrere dinanzi al Tribunale della libertà, l’impegno della Protezione civile che ha effettuato già circa 300 carotaggi e tutta una serie di accertamenti i cui risultati consentiranno di verificare se i rapporti intercorsi tra il Governo nazionale e la Procura della Repubblica sono stati improntati alla massima e più proficua collaborazione.
Carotaggi. In corso ulteriori accertamenti
AGRIGENTO – Una prima relazione tecnica è stata consegnata a Guido Bertolaso, nella sua qualità di custode giudiziario dell’ospedale Dan Giovanni di Dio. A predisporla è stata il direttore del settore sismico della Protezione civile, Mario Dolce, che, con quattro ingegneri specializzati, sta coordinando i nuovi carotaggi in corso di effettuazione in tutti i 12 edifici che compongono la struttura ospedaliera. Secondo alcune indiscrezioni, la prima relazione recapitata a Bertolaso sarebbe di buon auspicio.
“La situazione della struttura ospedaliera – ha detto Mario Dolce – non è catastrofica. Da una prima visione i pilastri si presentano in condizioni discrete, senza particolari criticità. Nessun pericolo di crollo, dunque, semmai c’è la possibilità di intervenire per un adeguamento alle norme antisismiche. Sarà l’esito dei carotaggi a consentirci definitivamente di valutare l’opportunità o meno di intervenire con un’opera di consolidamento mirata”.