AGRIGENTO – Una discussione che ha delineato i tratti programmatici della riorganizzazione della distribuzione dell’acqua fra tutti gli utenti, anche quelli morosi, nel rispetto di quanto contenuto nelle convenzioni internazionali. È questo quanto venuto fuori dall’ultimo Consiglio provinciale straordinario, convocato su invito del presidente della IX Commissione, Vigilanza sugli Enti partecipati, Stefano Girasole, che ha avallato le richieste di molti Comuni del circondario.
Novità sostanziale emersa nel corso del dibattito, è la volontà di introdurre il concetto di minimo garantito nella fornitura dell’acqua per i cittadini morosi, come evidenziato nel documento letto al termine della seduta. Altro punto sviluppato in Consiglio è stato quello, annunciato dal presidente Raimondo Buscemi, che ha messo a disposizione gli uffici della presidenza del Consiglio provinciale per ricevere segnalazioni di disfunzioni nel servizio idrico e reclami contro il gestore del servizio Girgenti Acque, assente al dibattito nonostante fosse stata invitata fra i partecipanti. Al contrario erano presenti le associazioni per la difesa dei consumatori che in blocco hanno presentato un documento estremamente critico nei confronti dei vertici dell’Ato Idrico e del Consiglio provinciale, tacciati di latitanza di fronte al presunto strapotere, riguardo l’emissione dei bollette, di Girgenti Acque, anche se il dg della società, Giuseppe Carlino, ha sempre rimandato al mittente queste accuse.
Per quel che riguarda il futuro dell’Ato Idrico, il presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, ha dichiarato di aver ufficialmente rifiutato l’invito a farsi carico dell’eventuale liquidazione dell’ente con la qualifica di commissario, ma si è detto altresì disponibile a valutare casi di inadempienze contrattuali di Girgenti Acque e le conseguenti penalità da applicare.
Non poteva naturalmente mancare all’appello la discussione sull’eccessivo costo che l’acqua ha nella provincia, tale da risultare uno dei più cari su tutto il territorio della Penisola. Ancora una volta sul banco degli imputati è finita la Girgenti Acque, accusata di emettere bollette estremamente gravose per gli utenti, nonostante i vertici della spa agrigentina continuino a smentire con i dati questi valori denunciati dalle associazioni dei consumatori.
A conclusione dei lavori infine è stato richiamato di prendere atto della Legge Regionale n.2 del 2013 che sancisce il diritto di tutti i cittadini di godere dell’acqua (“patrimonio pubblico da tutelare”) e che auspica il ritorno alla gestione diretta dei Comuni del servizio.