Palermo – Chiesto il rinvio a giudizio per gli ex vertici dell’Amia

PALERMO – Il disastro Amia e le numerose emergenze rifiuti che hanno investito il capoluogo isolano sarebbero responsabilità del management dell’azienda, finito ancora una volta sotto la lente della Procura.
Il pm Carlo Marzella ha infatti chiesto al gup Marina Petruzzella il rinvio a giudizio dell’ex presidente dell’Amia, Enzo Galioto, oggi senatore dell’Udc, e del vecchio stato maggiore dell’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo, imputati di bancarotta fraudolenta. Dopo la contestazione di falso in bilancio, che ha già portato ad alcune condanne, il pm Carlo Marzella ha chiesto il rinvio a giudizio anche per questo reato.
Secondo la Procura, il crac dell’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti all’interno del capoluogo di regione sarebbe scaturito da una gestione dissennata portata avanti dall’ex presidente Galioto, dell’ex direttore generale Orazio Colimberti e dei loro collaboratori.
Secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, negli anni fra il 2002 e il 2008 i vertici dell’Amia avrebbero approvato persino una missione assai dispendiosa in alcuni Paesi del Golfo Persico per tentare di partecipare a una gara d’appalto.
Imputati anche gli ex membri del Cda, Angelo Canzoneri, Franco Arcudi, Gaetano Mendola e Vincenzo Gargano, poi anche tre ex componenti del collegio sindacale, Antonino Giuffré, Giuseppe Costanza e Camillo Triolo.
Ieri mattina si sono costituiti parte civile l’Amia, il Comune di Palermo e Legambiente.
L’udienza è stata rinviata al 21 febbraio.