Addio agli shopper di plastica e sanzioni per chi usa inquinanti

PALERMO – Il Senato ha dato parere positivo al decreto attuativo del Ministero dell’Ambiente che stabilisce definitivamente le caratteristiche tecniche degli shopper consentiti, escludendo ogni possibilità di ricorso ad additivi chimici di qualsiasi genere, e con il quale scattano i termini e i tempi per comminare le sanzioni a chi intende continuare ad inquinare con i sacchetti fatti con la vecchia plastica. Così l’Italia diventa il primo paese europeo “plastic free” nel comparto degli shopper. Soddisfatti i senatori del Partito Democratico, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, secondo i quali “il decreto pone fine ad una vicenda iniziata nel 2007 con l’approvazione della norma che prevedeva il divieto di commercializzazione di shopper non biodegradabili”.
Come è noto, infatti, il divieto è entrato in vigore nel 2011, ma questa norma a favore dell’innovazione e della green economy italiana ha purtroppo dovuto fare i conti con svariati tentativi di truffa, espedienti per depotenziarla e rinvii anche pretestuosi. “Ora – concludono Della Seta e Ferrante – il Governo comunicherà alla Commissione Europea il decreto e scatteranno i termini affinchè finalmente si possano applicare le sanzioni che renderanno illegale la commercializzare di shopper fatti col petrolio e che inquinano l’ambiente per decenni”.
Le bioplastiche sono una autentica espressione delle nuove opportunità che offre l’agricoltura per lo sviluppo sostenibile. E’ quanto ha affermato il segretario generale della Coldiretti Franco Pasquali all’incontro “Il mercato italiano degli shoppers in plastica” nel sottolineare che sul territorio nazionale ci sono le professionalità, le tecnologie e i terreni per far diventare il Made in Italy leader a livello Europeo in questo settore. Secondo un’analisi della Coldiretti in Europa è possibile, ogni anno, evitare la dispersione nell’ambiente di un milione di tonnellate di plastica, ridurre di 1,4 milioni di tonnellate le emissioni di anidride carbonica e risparmiare 700.00 tonnellate di petrolio, sostituendo i normali sacchetti della spesa in plastica con materiali biodegradabili di origine agricola comunitaria coltivati su una superficie di meno di 3 milioni di ettari a granoturco e girasole, appena l’1,5 per cento della superficie coltivata nell’Unione a 27 Paesi. Si stima che in Europa vengano consumati ogni anno circa 100 miliardi di sacchetti di plastica importati per la maggioranza da paesi asiatici come la Cina, Tailandia e Malesia che vengono dispersi nell’ambiente dove occorrono almeno 200 anni per decomporli.