Ecco le previsioni delle imprese emerse da un questionario compilato tra febbraio e maggio

PALERMO – Come ogni anno, alla fine di luglio, l’Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro diffonde i risultati del Sistema informativo Excelsior sui fabbisogni occupazionali delle imprese italiane nel corrente anno. Come ogni anno commenterò questi risultati, soprattutto nell’ottica della nostra regione e delle sue province, allo scopo di cogliere qualche segnale positivo, piuttosto che sulle previsioni formulate, certamente negative anche per gli effetti della ben nota crisi finanziaria ed economica, sulla vitalità programmatica del tessuto produttivo nazionale. In realtà, è bene precisarlo, non si tratta di previsioni, ma di manifestazioni di fabbisogni occupazionali che le imprese intervistate formulano e il Sistema informativo elabora secondo la dimensione delle imprese, il settore e la branca di attività economica in cui operano, secondo la figura professionale che cercano, secondo le difficoltà che incontrano nel mercato per trovarla, sulla base di un campione sufficientemente rappresentativo.
Può essere utile premettere che l’indagine ha utilizzato un articolato questionario sottoposto alle imprese tra febbraio e la prima metà di maggio 2009, ed ha seguito due distinte modalità di rilevazione. La prima attraverso intervista telefonica per le imprese fino a 250 dipendenti, l’altra, seguita per tutte le imprese con almeno 250 dipendenti, con intervista diretta e assistenza alla compilazione a cura (in gran parte) degli uffici studi e statistica delle Camere di Commercio. Le aziende intervistate ascendono a 88.487 unità, di cui il 90 per cento circa le aziende con 1-49 dipendenti. Diciamo subito che gli imprenditori prevedono nel 2009 una flessione dell’1,9 per cento nell’intero territorio nazionale e del 2 per cento in Sicilia.
In Italia questa flessione rappresenta la risultante di un aumento occupazionale del 6,8 per cento, pari a 781.600 dipendenti, ed una contrazione occupazionale dell’8,7 per cento, pari a 994.390 unità, con la conseguenza di un saldo negativo di 212.790 dipendenti. In Sicilia la perdita occupazionale ascende a 10.160 unità e deriva da 43.170 “entrate” e 53.330 uscite” equivalenti a tassi pari all’8,4 e rispettivamente 10,4 per cento. Non ci consola sapere che tutte le regioni italiane hanno registrato una flessione nei tassi di occupazione nel 2009 con valori compresi fra -2,5 per cento nelle Marche e in Abruzzo e -0,5 per cento nel Molise. Rispetto al tasso medio dell’Italia solo sei regioni hanno registrato tassi negativi minori di cui cinque appartengono al Centro Nord. Fra le grandi ripartizioni geografiche, il tasso previsto cresce passando dal Nord Ovest al Nord Est (da -1,6 a -1,9 per cento), raggiunge la punta più alta nel Centro (-2,1 per cento) e si abbassa nel Mezzogiorno (-1,9 per cento). In Sicilia, caratterizzata da una contrazione del 2 per cento, la graduatoria delle province siciliane penalizza in misura maggiore Siracusa e Trapani (- 3,3 e rispettivamente -3,2 per cento) ed in misura minore Agrigento ed Enna (- 1 e – 1,2 per cento).