Autolinee, una crisi senza fine: oggi sciopero dei lavoratori senza stipendio da mesi

PALERMO – Continua la crisi sul fronte del trasporto locale. È previsto per oggi uno sciopero di otto ore (dalle 9 alle 13 e dalle 16.30 alle 20) in Sicilia dei lavoratori delle autolinee private aderenti alla Filt Cgil per chiedere il pagamento degli stipendi, che non vengono erogati da diversi mesi.
Sulla questione, che continua a trascinarsi dai tempi del governo Lombardo, il sindacato chiede l’intervento dei prefetti. “I lavoratori sono esasperati – ha spiegato Franco Spanò, segretario generale della categoria – ed è arrivato il momento che finisca il palleggio di responsabilità tra Regione e aziende e che le aziende la smettano di usare i lavoratori come leva per le proprie rivendicazioni”.
Una storia che continua in un estenuante palleggio di responsabilità, ma che sta sfiancando solo i dipendenti delle autolinee che hanno già scioperato l’8 febbraio e in quell’occasione, contrariamente a quanto afferma la Regione, le aziende hanno sostenuto di non avere ancora ricevuto i finanziamenti pubblici. “Su questo chiediamo sia fatta chiarezza – ha aggiunto Gaetano Bonavia, responsabile Filt per il trasporto pubblico locale – ma in ogni caso le aziende possono utilizzare gli utili diretti derivanti dalla vendita dei biglietti per pagare i lavoratori”. Per la Filt “è invece intollerabile che continuino a fare pagare ai lavoratori e alle loro famiglie l’obiettivo insostenibile di contrattare la proroga dei contratti di servizio a condizioni ancora più stracciate”.
Da riformare, tuttavia, c’è proprio la concezione di trasporto pubblico. Secondo la Filt Cgil “il trasporto pubblico locale va riformato – ha precisato Spanò – perché così com’é continua a sprecare risorse senza garantire l’occupazione né la qualità dei servizi ai cittadini”.
Nei giorni scorsi a lanciare l’allarme trasporti era stata anche la Confcommercio di Agrigento in una nota pubblicata online. In prima linea il problema di Lampedusa, che è rimasta isolata per due settimane, a cui ha fatto seguito anche un’altra disgrazia infrastrutturale come il crollo del ponte sul fiume Verdura sulla Agrigento-Sciacca, che ha di fatto tagliato in due la  provincia. Strade vecchie e macilente e collegamenti su gomma e mare allo stremo.
A questo si aggiunge anche la mala gestione delle linee ferrate e l’assenza di un Contratto di servizio che ha permesso a Trenitalia – che da impresa punta ai guadagni e non alle tratte sociali che dovrebbero essere sostenute dai contribuiti regionali o statali – di pianificare il taglio di 105 treni su circa 500 che sono attualmente operanti in Sicilia.