Gli 800 milioni di derivati in pancia al Monte dei Paschi di Siena sono frutto di un’operazione di tal genere, una sorta di schedina del Totocalcio che ha probabilità di riuscita di una su un milione.
Ora, che scriteriati dirigenti di banca facciano operazioni di questo genere deriva dal fatto che Bankitalia non ha poteri sufficienti per intervenire dentro le operazioni che effettuano le banche e nessun potere per destituire gli amministratori scorretti.
Che sindaci di Comuni si facciano abbindolare acquistando con i soldi dei cittadini questi prodotti derivati è un comportamento da polli o, se hanno ricevuto la mazzetta, da corrotti.
Ci dovrebbe essere una legge che vieti qualunque operazione finanziaria agli enti locali, Regioni comprese, con gravissime sanzioni penali e personali per chi le effettua. Anche se nel caso di accertata malafede o di corruzione, i reati per i sindaci e i direttori generali che hanno effettuato queste operazioni vi sono e sono punibili.
Fino a quando vi sono state le vacche grasse, i buchi erano coperti, ma ora emergono i crateri.
I sindaci hanno commesso un ulteriore grave errore: quello di costituire le partecipate comunali (il cosiddetto socialismo locale) non già per dare efficienza ai servizi, bensì per riempire tali partecipate di raccomandati del tutto inutili al funzionamento delle stesse. Ancora una volta, clientelismo e favoritismo hanno creato buchi nei bilanci dei Comuni.
Sfidiamo i sindaci, che hanno in pancia dei loro bilanci i derivati, a smentire quanto scriviamo e, contemporaneamente, lodiamo quei sindaci che non si sono mai azzardati a comprare codesti prodotti finanziari fasulli.
Come scrivevamo due anni fa, la festa è finita, andate in pace. Le risorse sono fortemente diminuite e questo farà esaltare le qualità dei sindaci e dei ragionieri generali dei Comuni capaci di riequilibrare i conti e ripianare i debiti propri e quelli delle partecipate.
Non sappiamo se qualche sindaco ci scriverà, ma sappiamo che continueremo a battere su questo tasto per fare emergere la verità che tutti i cittadini hanno il diritto di conoscere.