Non possiamo dare indicazioni di voto neanche per la coalizione Bersani-Vendola perché quest’ultimo, con onestà e chiarezza, ha dichiarato quali sono i suoi intendimenti, contrari alla crescita e allo sviluppo e favorevoli all’allargamento della spesa pubblica, all’ulteriore indebitamento dello Stato e quindi a riprendere la corsa verso il baratro.
Se le primarie del Pd avessero invertito il risultato (60 per cento Renzi e 40 per cento Bersani) la coalizione con Vendola non si sarebbe fatta, forse Monti non avrebbe proposto la sua candidatura e un forte Centro-sinistra, senza ala estrema, avrebbe vinto anche al Senato, perché gli italiani hanno capito che senza le riforme il Paese è perduto. Io avrei votato Renzi.
Alla sinistra ancora più estrema c’è il magistrato in aspettativa (ma non dimessosi, come fece a suo tempo Di Pietro), Antonio Ingroia, che ha riunito i Comunisti italiani di Diliberto, Rifondazione comunista di Ferrero, Idv di Di Pietro, i falsi ambientalisti, i No tav e tutti gli altri che protestano senza proporre soluzioni.
Non sappiamo tutti questi elettori quanti saranno, ma certo non peseranno nella formazione del nuovo Governo, salvo a contribuire alla cristallizzazione e parcellizzazione del Parlamento.
Il movimento di Monti è alla prova del fuoco. Certo non è stata ben valutata la grande assunzione di responsabilità del Professore che, mettendoci la faccia, sta tentando di recuperare gli elettori intelligenti e quelli che hanno a cuore il futuro del Paese.
In un mese non si fa un partito. i consensi organizzati arriveranno solo dall’Udc, che però è al minimo, e quasi niente da Fli dove ormai Fini è politicamente un cadavere ambulante.
Gli elettori che vorranno contribuire a imboccare la strada della crescita, dopo la gravissima crisi quinquennale, devono votare per i riformisti, nel cui ambito è certamente la Scelta civica, ma anche per quei riformisti che si trovano nel Pd (gli uomini di Renzi) e quella sparuta pattuglia che si trova ancora nel Popolo della libertà.
Sento subito l’obiezione: si vota la lista e non i candidati. è vero, tuttavia non si può prescindere da questa scelta per raggiungere un Parlamento governabile.
Temiamo che così non sarà perchè Monti ha dichiarato che con questa coalizione non intende fare accordi né oggi, né domani. Un de profundis chiaro e netto. Però c’è bisogno di un governo omogeneo per fare le riforme.