Da quanto tempo è questore di Agrigento?
“Sono arrivato ad Agrigento il 30 giugno 2011, assumendo le funzioni il primo luglio. Prima sono stato vicario del questore di Napoli, due anni. Nel contesto siciliano, lavoro in un territorio impegnativo per diverse ragioni. La mafia e l’immigrazione clandestina. Qui bisogna fare i conti anche con l’isolamento del territorio, mi riferisco alle vie di collegamento, alle strade. Due ore per raggiungere l’aeroporto più vicino e neppure un chilometro di autostrada. Nel 2013, una situazione del genere ha ripercussioni su tutto, su sviluppo, mentalità e cultura”.
Cosa ci dice del fenomeno mafia?
“Non possiamo non constatare una sorta di tregua dal punto di vista dell’utilizzo delle armi da parte della criminalità organizzata. I fatti di sangue sono isolati. Però c’è da ritenere che la mafia continui a condizionare fortemente l’economia e le possibilità di sviluppo del territorio. In questa situazione, il percorso di contrasto non può definirsi completato”.
E riguardo l’immigrazione?
“Su questo tema le forze dell’ordine hanno operato in maniera straordinariamente lodevole. Penso che, adesso, l’Europa debba fare la propria parte. Lo dico io, che opero in una terra di frontiera continentale, che probabilmente non tutti considerano. Noi siamo la frontiera dell’Europa rispetto all’Africa. C’è da considerare un altro aspetto. Spesso chi arriva a Lampedusa non vuole rimanere nella nostra Penisola, vuole andare oltre, così fa di tutto per non farsi identificare compiutamente in Italia. Proprio recentemente, trentuno tunisini sono stati rimpatriati in tempi assolutamente rapidi, con altrettanti provvedimenti d’espulsione”.
L’organico a disposizione è numericamente sufficiente?
“Se qualche criticità permane nella nostra attività, non è per mancanza di risorse umane. L’organico è assolutamente adeguato alle necessità. Certamente si avverte sempre di più l’esigenza di personale specializzato. La qualità è più importante dei numeri. Dirò di più. In provincia di Agrigento, i presidi della Polizia di Stato sono collocati in maniera appropriata, armonica. Sottolineo che, partendo dal versante occidentale, abbiamo un commissariato e un distaccamento della Polizia stradale a Sciacca, un commissariato a Porto Empedocle distante quattro chilometri dalla questura. Commissariati anche a Palma di Montechiaro, Licata e Canicattì. C’è anche una sezione della Polizia postale ad Agrigento. Ho ereditato una buona situazione, in questo senso, frutto di attente valutazioni dei vertici della Polizia nel corso degli anni”.
Il rapporto tra le istituzioni e il cittadino come lo vede?
“Bisogna conquistarsi la fiducia del cittadino attraverso la piena affidabilità dell’apparato statale. Soltanto l’appello a collaborare non basta. Occorre agire ogni giorno affinché la stragrande maggioranza dei cittadini si convinca che sia più conveniente fidarsi dello Stato, non di altro. Il cittadino deve essere certo di questa scelta. E tutti, in questa direzione, devono fare la propria parte, senza esitazioni di sorta. Io avverto la necessità di sottolineare, perché ne sento il peso, quanto sia delicato esercitare le mie funzioni di autorità di pubblica sicurezza in una terra come questa. Un esempio? Quando, l’altro giorno, ho adottato un provvedimento di chiusura di una pizzeria di Aragona, per quindici giorni, non l’ho fatto a cuor leggero. E’ stata una decisione ponderata, ma necessaria, perché quella pizzeria era stata trasformata in discoteca. Non poteva passare un messaggio del genere. Una discoteca va aperta tenendo conto delle norme vigenti”.
Qual è l’importanza della prevenzione?
“Tutto ciò che è prevenzione è assolutamente indispensabile. Si fa attraverso le attività di competenza dei questori, anche in tema di polizia amministrativa. Si può fare prevenzione rilasciando a persone degne una licenza d’investigatore o un porto d’armi. E non solo. Anche emettendo un foglio di via, nei confronti di persone sospette, evitando che accadano fatti sgradevoli, ampiamente prevedibili”.
Viene percepita la sicurezza?
“La percezione della sicurezza è fondamentale in una comunità. Noi lavoriamo incessantemente per garantire questo diritto, per consentire agli agrigentini di sentirsi liberi. L’insicurezza condiziona lo sviluppo e l’economia, e non possiamo consentire che ciò avvenga”.
Qual è il rapporto con le altre forze di polizia?
“Straordinario. L’ho trovato così, non è merito mio. C’è grande collaborazione e, soprattutto, sinergia. E’ una grande fortuna per il territorio agrigentino. Quando il rapporto è tale fra le forze di polizia, lo è anche con l’autorità giudiziaria, con il Pm. La capacità del questore deve essere anche quella di valorizzare il lavoro delle altre forze di polizia sul territorio. Il questore non è solo il comandante della polizia di Stato della zona in cui opera, è principalmente l’autorità provinciale di pubblica sicurezza, che abbraccia un po’ tutto”.
Curriculum Giuseppe Bisogno
Giuseppe Bisogno è il questore di Agrigento. Nativo di Nocera Superiore, 55 anni, è laureato in Giurisprudenza. E’ stato anche dirigente della Polizia stradale di Avellino, per sette anni. Nel 2000 è stato trasferito a Napoli, dove ha diretto la divisione di Polizia amministrativa e sociale. Nel 2001 la promozione a primo dirigente e la direzione della Digos partenopea. Nel 2005 è stato nominato vicario del questore di Benevento. Stessa funzione anche a Sassari e Napoli, dove è rimasto fino alla nomina di dirigente superiore, nel giugno del 2011.