Palermo – Amia, falsificazione dei bilanci per aumentarsi i compensi

PALERMO – Il gup Marina Petruzzella ha rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta gli ex vertici dell’Amia, la società del Comune che gestisce la raccolta dei rifiuti. Al processo, che comincerà il 20 maggio davanti alla quinta sezione del Tribunale, saranno imputati Orazio Colimberti, Vincenzo Galioto, Angelo Canzoneri, Francesco Arcudi, Paola Barbazzo Gattuso, Gaetano Mendola, Vincenzo Gargano, Giuseppe Costanza, Antonino Sebastiano Giuffré e Camillo Triolo. Si tratta degli ex presidenti, direttore generali, componenti del cda e sindaci della società. A giudizio anche la stessa Amia.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Carlo Marzella, gli imputati, a vario titolo, avrebbero iscritto nel bilancio del 2005 false plusvalenze derivanti da vendite di automezzi e immobili per un valore di 16 milioni e 500 mila euro. In realtà, le vendite che Amia avrebbe fatto ad Amia servizi Srl erano fittizie perché, di fatto, la società, il giorno stesso delle cessioni, affittava quanto aveva venduto.
Tutto questo avrebbe comportato la sopravvivenza dell’Amia che, scrive il pm, "altrimenti avrebbe dovuto essere ricapitalizzata o messa in liquidazione o assoggettata a procedure concorsuali". I falsi, inoltre, avrebbero consentito alla società di ottenere crediti, di acquisire appalti, di mantenere in carica amministratori e sindaci che si aumentarono anche i compensi del 20% proprio in virtù del falso risultato economico raggiunto.
Nel capo di imputazione l’accusa inserisce anche un altro episodio di bancarotta per un importo di oltre 44 milioni di euro: il falso in questo caso consisterebbe nella sopravvalutazione dei ricavi derivati dalla cessione di contratti relativi alla gestione e manutenzione di impianti di termovalorizzazione e smaltimento dei rifiuti nelle province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Trapani.
Nel procedimento il Comune di Palermo ha deciso di costituirsi parte civile.