Alla luce dei fatti si può ragionevolmente dedurre che la staffetta vi sia stata. Anche se il Papa emerito non ha partecipato al Conclave, è stato pur sempre colui che ha nominato, nei suoi otto anni di pontificato, ben 67 cardinali e, come è noto, ne bastavano 77 per eleggere il nuovo Papa, cioè solo dieci in più. Questa considerazione non inficia, né vuole inficiare, la legittima elezione di Francesco. Tuttavia, alle persone dotate di autonoma capacità di ragionamento la circostanza non può sfuggire.
La seconda considerazione riguarda proprio il nome che ha assunto il nuovo Papa. Da molti questo nome era stato indicato e probabilmente tale indicazione non è caduta nel vuoto. Infatti, è una bella immagine e un ottimo strumento di comunicazione utilizzare il nome del santo di Assisi per acclarare la via della semplicità e della povertà.
La terza considerazione riguarda i precedenti di Bergoglio. Suoi detrattori dicono che egli fu molto mite con la dittatura e che non si oppose decisamente ai massacri che fece, con la sparizione di decine di migliaia di desaparecidos.
I gesuiti passano come l’intellighenzia della Chiesa, un’intellighenzia colta, che riesce a coniugare i precetti con la realtà.
Sono anche delusi i nordamericani che speravano potesse emergere il cappuccino O’Malley. Tuttavia, le speranze sono una cosa, i giochi per concentrare i consensi sono un’altra cosa. Anche perché il Papa è capo spirituale dei cattolici, ma è pur sempre un capo di Stato, con centinaia di Nunzi apostolici (ambasciatori) sparsi per il mondo e con una rete capillare che ha il compito di portare in giro il verbo della Chiesa.
Ma di quale Chiesa? Di quella governata dalla gerarchia o della Chiesa di Pietro? E qui la discussione è aperta per cercare di capire se ha vinto la Curia o se Bergoglio è stato eletto contro la Curia. Dai suoi atti di governo materiali e spirituali si potrà capire in qualche modo la verità.
I problemi che gravano sulla Chiesa di Roma sono tanti: castità, pedofilia, aborto, magistero delle donne, preservativo e così via. Ci vuole molto coraggio ad affrontarli in modo innovativo, adeguandoli al sentire dei popoli del terzo millennio.
Dagli atti di governo capiremo se nell’azione di Bergoglio vi sia ancora la mano di Ratzinger o se egli vorrà intraprendere la strada dell’innovazione che tutti ci auguriamo, per una Chiesa cattolica moderna in quanto capace di capire le reali esigenze delle popolazioni. Esigenze che esaltino Etica & Valori.