AGRIGENTO – Continuano gli interventi sul ponte Verdura, crollato il 2 febbraio scorso. La struttura, franata per cause ancora da chiarire (c’è un fascicolo aperto dalla Procura di Sciacca che ha sequestrato il pilone ceduto) è da settimane al centro della cronaca per avere di fatto tagliato l’Isola in due. Infatti, quanti da Sciacca decidessero di raggiungere Ribera o viceversa dovrebbero percorrere un tratto alternativo lungo ben quaranta chilometri, non illuminato, con continui dislivelli dell’asfalto e con una manutenzione viaria mai eseguita. Gli incidenti, sulle arterie alternative attivate a seguito del crollo, sono all’ordine del giorno. Insomma, non c’è scappato il morto per una fortuita coincidenza, ma la sensazione è che sull’intera vicenda ci sia troppa sufficienza.
In particolare da parte della politica, incapace di far sentire la propria voce a tutti i livelli. Lo steso presidente della Regione, Rosario Crocetta, nella sua unica visita al ponte – che in realtà vide soltanto da lontano – promise interventi celeri che, però, a oggi, non si sono mai realizzati.
Le due piene del Verdura (che si sono verificate in due settimane) hanno poi azzerato i lavori fin qui eseguiti per deviare il corso del fiume e tutto ciò la dice lunga sul modo con cui è stata affrontata la vicenda.
Sembrano ormai lontani i giorni in cui lo spot “apriremo il ponte in quaranta giorni”, riecheggiava in tutta la provincia di Agrigento.
Al di la di tutto, finalmente qualcosa di concreto si sta muovendo, con l’Anas che sta dirigendo i lavori. Nello specifico, in questi giorni si sta realizzando una paratia in micropali per rinforzare la spalla del ponte. Poi, si provvederà per la terza volta in tre settimane, a deviare il fiume Verdura. Questa volta, gli argini saranno realizzati con dei grossi massi in calcestruzzo fatti arrivare appositamente da fuori. Il fiume sarà deviato entro questa settimana, magari cercando di evitare gli stessi errori compiuti nel recente passato.
Intanto, pochi giorni fa, l’Anas ha eseguito il collaudo statico della struttura. I risultati sono stati positivi, tanto che è prevista entro questa settimana la riapertura del ponte a senso unico alternato per tutti i mezzi con massa a pieno carico inferiore a 20 tonnellate nel tratto della Strada statale 115 Sud occidentale sicula, compreso tra lo svincolo di Sant’Anna e lo svincolo di Ribera.
Queste ultime informazioni sono state rese note da Anas e ministero Infrastrutture e Trasporti, che “consapevoli dei notevoli disagi” causati alla popolazione dal crollo del ponte “hanno lavorato con il massimo impegno per espletare, entro poche settimane, tutte le procedure e le verifiche tecniche necessarie per consentire il ripristino della viabilità”.
Nell’attesa del via libera definitivo, il transito è consentito soltanto ai pedoni (attivata in direzione Ribera anche un bus navetta). Ma anche questa scelta ha sollevato qualche dubbio: l’Anas sta facendo transitare i pedoni su di un’area di cantiere, irta di pericoli e in nessun modo a norma. Passaggio consentito h 24, per un tragitto non illuminato e con una recinzione approssimativa.
Ritorniamo alla politica infine. I consiglieri comunali di Ribera, venerdì scorso, hanno occupato l’aula consiliare. Anche qui si denota un atteggiamento contrastante. Infatti, i consiglieri riberesi speravano che la protesta fosse condivisa anche dagli altri comuni “toccati” dalla piaga del crollo del ponte Verdura. Speranze rimaste tali.
Sarebbe stata davvero un’occasione per rialzare la china e portare la vicenda alla ribalta nazionale. Invece, niente. L’unica cosa che politica locale riesce a fare è dei continui e monotoni comunicati di solidarietà per le attività commerciali limitrofe che lasciano il tempo che trovano. Ricordiamo che il ponte che, alla fine, sarà costruito, rappresenta la soluzione temporanea. Il progetto definitivo non è stato ancora elaborato ma c’è chi teme che quel ponte provvisorio resterà lì per sempre.