Mafia, sequestrati beni per 30 mln a Trapani

Sei società degli imprenditori trapanesi Francesco e Vincenzo Morici (padre e figlio), ritenuti legati al boss latitante Matteo Messina Denaro, sono state sottoposte a sequestro anticipato su disposizione del Tribunale di Trapani e su proposta del questore Carmine Esposito, a conclusione di accertamenti compiuti dalla Questura e dalla guardia di finanza.
 
Il valore dei beni sequestrati ammonta complessivamente ad oltre trenta milioni di euro. La proposta del questore si basa sulle carte processuali del procedimento per concorso esterno in associazione mafiosa a carico del senatore del Pdl Antonio D’Alì, in corso di svolgimento dinanzi al gup di Palermo.
 
Il sequestro riguarda anche una zona del porto di Trapani. In particolare l’area del "Ronciglio", dove le imprese dei Morici hanno realizzato lavori di completamento dei moli foranei e di realizzazione delle banchine a ponente dello sporgente Ronciglio. I lavori del porto, appaltati in occasione dello svolgimento della Coppa America, sono ancora in corso: le operazioni di sequestro e amministrazione giudiziaria riguardano anche il cantiere sulla relativa area portuale.