L’Uppi è l’unione volta alla tutela dei piccoli proprietari immobiliari. Qual è la vostra linea politica?
“L’Uppi è un sindacato che si occupa del tema casa a vasto raggio. Il nostro interesse si concentra sia sulle questioni normative che su quelle fiscali legate al suddetto tema centrale che credo sia di fondamentale importanza allo stato attuale dal momento che si stima che l’85 percento in media degli italiani sia proprietario di casa”.
Quali sono le azioni che dovrebbero essere promosse per valorizzare il settore?
“Nell’ambito della recente campagna elettorale tutti i partiti politici hanno posto grande attenzione sul tema dell’Imu. Nessuno di essi, tuttavia, ha proposto programmi riguardanti la casa e le maggiori problematiche ad essa collegate come quella degli sfratti o dei contratti agevolati.
Lo scorso Febbraio, più di un anno fa, siamo stati convocati assieme ad altre associazioni di categoria dal Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture, Guido Improta, al fine di affrontare la problematica dei contratti agevolati a canone concordato. Con l’entrata in vigore dell’Imu attendevamo infatti da parte dello Stato un ulteriore provvedimento legislativo che desse ai singoli Comuni gli strumenti necessari perché questi potessero trattare le aliquote. Un questione che per i contratti agevolati è importantissima. Nonostante la nostra audizione, ad oggi non abbiamo avuto nessun tipo di risposta da parte delle Istituzioni”.
Voi rappresentate solo i proprietari di abitazioni o anche di immobili in generale?
“Rappresentiamo i proprietari di immobili in generale, ivi comprese le imprese e tutto ciò che riguarda anche l’uso diverso dall’abitazione. Un problema grosso poiché questo campo è ancora disciplinato dalla legge 392/78.
Non c’è nessuna agevolazione per le locazioni ad uso diverso dall’abitazione (locazione ad uso artigianale, commerciale, industriale), né vi è, e meno che meno vi è stata, alcuna proposta da parte delle Istituzioni che si muova verso questa direzione”.
Cosa chiedete al nuovo governo sul piano legislativo?
“In primis di pensare ad una riforma per quanto riguarda la locazione per uso diverso da quello abitativo e continuare sulla scia dei contratti agevolati per la locazione ad uso abitativo. Un altro grave problema da risolvere è quello degli sfratti e in particolare quello degli sfratti per morosità, a seguito dei quali non è prevista alcuna agevolazione fiscale.
Il nostro sindacato punta alla tutela del proprietario di immobili, siano essi ad uso abitazione o ad uso diverso dall’abitazione, che possono ovviamente essere oggetto di azioni di sfratto per morosità, maggiormente in questo periodo di gravissima crisi economica: con il che, di conseguenza, il proprietario locatore non incassa più i canoni di locazione dalla proprietà locata.
Ma, cosa ancor più grave, il proprietario subisce oltre al danno la beffa, poiché, in questo caso, oltre a non percepire reddito, non può detrarre le Aliquote dovute, se non per il breve periodo che va dalla data fissata dal giudice per l’esecuzione alla data dello sfratto effettivo, e quindi per un periodo di tre, quattro mesi circa. Il proprietario locatore non può assolutamente detrarre nemmeno i canoni di locazione che il giudice ha accertato non essergli stati corrisposti, e anzi li deve dichiarare comunque come se li avesse percepiti. E’ assurdo. La nostra proposta è nel senso che quantomeno deve essere riconosciuta la detraibilità dell’Aliquota dovuta dalla data dell’inizio della morosità (accertata dal giudice) alla data dell’esecuzione dello sfratto, non trascurando anche l’ipotesi della detraibilità dei canoni non percepiti dal proprietario locatore. Queste nostre proposte sono già state da noi inviate via internet ai nuovi parlamentari.
Non mancano inoltre problematiche a livello processuale dovute in questo momento all’incremento delle azioni di sfratto per morosità oltre all’intasamento enorme ed ormai cronico delle cause con conseguenti ritardi anche nelle cause locatizie”.
A cosa è attribuibile questo intasamento?
“A prescindere dai noti problemi della giustizia civile per tutto ciò che riguarda il condominio, e le innumerevoli azioni portate avanti per le problematiche condominiali nonchè le azioni riguardanti le locazioni in generale ivi compresi gli sfratti sia per finita locazione che per morosità la competenza è dei Tribunali. Non si va quindi a sfruttare una figura come quella del Giudice di Pace che ha purtroppo capacità limitata”.
Sul piano fiscale è vero che c’è il problema grosso dell’Imu però c’è anche una novità che molti trascurano, ossia che gli immobili sfitti non pagano l’Irpef. Cosa pensa a riguardo?
“Questo è vero e ne prendo atto ma questo non risolve assolutamente il problema e il danno dell’Imu. Gli immobili sfitti hanno ugualmente dei costi di mantenimento, ad esempio spese condominiali, riscaldamento e di manutenzione ordinaria e straordinaria. La predetta agevolazione non va comunque a coprire il danno apportato dall’Imu”.
C’è in questo momento un problema di scarsa affittabilità degli immobili?
“Assolutamente si, esiste questo fenomeno perché c’è una legislazione che in questo momento non permette, ad esempio, di stipulare contratti agevolati e perché il reddito da locazione oggi, con l’introduzione anche dell’Imu, è un reddito di fatto inesistente”.
Si è sempre parlato di una legge che obbligasse ad assicurare gli immobili contro i terremoti in modo tale da non dovere ricorrere sempre alle risorse statali. Voi cosa ne pensate?
“Ho già affrontato questo problema in passato rivolgendomi a due grosse società di assicurazione, ma dopo attente valutazioni ci siamo resi conto che i costi dei premi sono molti elevati. Tuttavia nell’ottica di una salvaguardia del patrimonio immobiliare, alla luce dell’incremento dei terremoti in Italia, un’assicurazione obbligatoria degli immobili contro i terremoti mi pare sia un argomento da tenere più che in debita considerazione”.
Presenti in tutto il mondo e molto attivi anche sul web
Vi sono altre associazioni che agiscono nello stesso settore?
“Uppi e Confedilizia sono le maggiori. Vi sono anche realtà minori ma, ci tengo a sottolinearlo, la nostra Unione è l’unica che, nel 2005, è stata riconosciuta dal Ministero del Lavoro come maggiormente rappresentava a livello nazionale. Questo ci dà, in un certo senso, la prerogativa nelle trattative con le istituzioni statali”.
Com’è strutturata la vostra Unione?
“Siamo rappresentativi su tutto il territorio con 80 sedi provinciali e 70 circoscrizionali. Ogni regione ha un coordinatore regionale che spesso è anche il presidente della sede capoluogo di regione. La Sicilia fa eccezione poiché in questo caso il referente è ormai da diversi anni l’avvocato Rosario Caruso, Presidente della sede Uppi di Catania. Oltre ai coordinatori per ogni singola regione la nostra unione ha poi quattro Coordinatori Interregionali. Il Coordinatore Interregionale attuale per il sud e isole è l’avvocato Ciro Parisi di Taranto”.
Siete presenti anche in Europa?
“L’Uppi è un’organizzazione anche internazionale, il Presidente dell’Uppi International è l’Avvocato Nerio Marino uno dei soci fondatori dell’Uppi . La sede dell’Uppi International è a Bruxelles. Vantiamo inoltre anche sedi importanti in Argentina e negli Stati Uniti e stiamo lavorando per espanderci nei Paesi dell’Est, in particolare in Russia”.
Qual è la vostra strategia di comunicazione?
“Stiamo organizzando una serie di pubblicazioni a livello nazionale. Sul web siamo invece molto attivi già da tempo. Il nostro sito internet è infatti continuamente aggiornato ed è per noi uno strumento fondamentale tramite il quale interagiscono anche le nostre realtà provinciali. Siamo presenti su Twitter e su Facebook con ottimi risultati”.
Nuova legge sul condominio lascia insoluti tanti problemi
Un tema strettamente legato a quello della proprietà immobiliare è quello del condominio. Cosa può dirci a riguardo?
“Il condominio purtroppo è la più grossa evasione fiscale legalizzata in Italia”; occorre intervenire con norme adeguate che possano arginare il malcostume fiscale che riguarda proprio i condominii dove i lavori eseguiti in “nero” sono all’ordine del giorno. A tale proposito la nuova legge che ha introdotto il registro di contabilità ha compiuto un primo passo in tal senso ma non è sufficiente”.
Con la nuova legge che entrerà in vigore a giugno 2013 cosa migliorerà?
“A mio parere la nuova legge non risolve alcuni annosi problemi; sarebbe stato quindi preferibile lavorarci un po’ di tempo in più prima dell’approvazione per cercare di correggerne alcuni aspetti. Forse, il fatto che si tratta di una delle poche leggi di iniziativa parlamentare della passata legislatura ha fatto sì che si sia spinto molto sulla sua approvazione. Noi abbiamo proposto più di 100 emendamenti al testo approvato dalla Camera ma come tutti gli altri emendamenti presentati non sono stati presi in considerazione. E’ ovvio che ci troviamo in disaccordo su alcuni punti di questa nuova legge”.
Quali ad esempio?
“Per esempio, il punto inerente le barriere architettoniche: la norma prevede che l’approvazione venga fatta oggi con un quorum 500 millesimi laddove prima era richiesto, dalla legge speciale, solo il quorum di un terzo, rendendo quindi il tutto più complicato. Stesso discorso vale per le antenne televisive. Un altro punto di disaccordo riguarda i procedimenti per distaccarsi dal riscaldamento. Prima non esisteva una norma precisa, adesso c’è ma richiede che venga motivata la richiesta di distacco. La normativa introdotta non tiene inoltre conto delle leggi regionali già esistenti, sovrapponendosi, di fatto, ad esse. Assieme ad altre associazioni stiamo predisponendo una necessaria revisione della nuova legge che, peraltro, così come approvata comporta anche un aumento dei costi abbastanza notevoli per i piccoli proprietari ed è sicuramente fautrice di un aumento del contenzioso condominiale”.