Esaminiamo rapidamente il decreto 35/13. I criteri più importanti includono termini perentori: Comuni e Province devono accreditarsi alla piattaforma informatica del Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragioneria generale) entro il 29 aprile, mentre entro il 30 devono elencare le fatture dei fornitori per procedere ai pagamenti in caso di liquidità propria e alla richiesta di prestiti alla Cassa depositi e prestiti, se non in possesso di liquidità.
Entro il 15 maggio, il Mef autorizza gli importi ed entro il 30 giugno gli enti territoriali devono comunicare il piano di pagamenti. Entro il 15 settembre le amministrazioni verificano i crediti scaduti al 31 dicembre 2012 e le banche i crediti che hanno comprato (pro soluto) dalle imprese.
Sono poi affidate alla legge di stabilità 2014, che dovrebbe essere proposta dal nuovo Governo e approvata dal Parlamento entro il 15 ottobre, le modalità di pagamento riguardanti l’anno prossimo.
Il decreto prevede di rendere disponibili 2,3 mld € immediatamente e 26 nel corso dell’anno. Altri 20 mld sarebbero previsti nel 2014.
E veniamo allo sbandierato accordo con la Regione siciliana. L’art. 11 prevede che è attribuito all’ente il gettito delle imposte sui redditi prodotti dalle imprese industriali e commerciali, aventi sede legale fuori dal territorio regionale, in misura corrispondente alla quota riferibile agli impianti e agli stabilimenti ubicati all’interno dello stesso.
Una macroscopica omissione riguarda non aver riferito tale accordo anche alle banche e alle assicurazioni. Entrambe le categorie continueranno a versare l’Ires allo Stato e non alla Regione siciliana.
Il Mef dovrà emettere un decreto, da emanarsi entro 30 giorni (9 maggio) d’intesa con l’assessorato regionale all’Economia della Regione siciliana, per stabilire le modalità. Intanto, vengono stanziati 49 mln € per il 2013, 50,2 per il 2014 e 52,8 per il 2015.
Ma, c’è un ma, grosso come una casa. A questi impegni di spesa corrispondono, mediante partite di giro, risorse che già erano destinate alla Sicilia. Più precisamente sottratte all’edilizia agevolata (c. 3 lettera b), riduzione dell’autorizzazione di spesa (c. 3, lettera c) e ulteriore riduzione di spesa (c. 3, lettera d). Una bella scoperta quest’accordo. Suvvia, siamo seri!