Necessario eliminare gli enti improduttivi

Cosa pensa dell’abolizione delle Province?
“Ho fatto presente al presidente della Regione e al governo regionale che, per essere credibili, avremmo dovuto fare un percorso diverso, prima di approdare alla soppressione delle elezioni provinciali, creando in tal modo, anche un incolmabile vuoto democratico. Si sarebbero potuti eliminare una serie di enti improduttivi, quali ad esempio rappresentano oggi l’Esa, i consorzi di bonifica, quelli ittici, che comportano costi eccessivi e francamente ormai insopportabili per i cittadini. Sarebbe a questo punto opportuno rifunzionalizzare l’intero apparato amministrativo, cercando di capire quali sono gli enti che funzionano e quali quelli che, non essendo funzionali, andrebbero piuttosto accorpati o eliminati. Non sono mai stata assertrice del modello attuale delle Province, che giudico dei pesanti carrozzoni nella misura in cui s’identificano in superflue e dispendiose duplicazioni di funzioni. Per quanto riguarda invece i liberi consorzi, questi esistono già, poiché vi sono ampi territori da tempo aggregatisi spontaneamente”.

Il suo territorio è organizzato in un libero consorzio?

“Sì, esistono già diversi consorzi. Cito ad esempio quello denominato “Nebrodi Città Aperta”, di cui il comune di Capri Leone fa parte e al quale aderiscono dal 2007 43 Comuni. Grazie a tale sistema aggregativo sono stati presentati dei progetti nell’ambito del Pist, “Piano integrato di sviluppo territoriale”, nell’ottica di una accurata pianificazione urbanistica del territorio. I Comuni, per esprimere al meglio le proprie identità e potenzialità, devono necessariamente aggregarsi per affinità e specifiche vocazioni. Invece, l’aggregazione forzosa numerica e confusionaria, rischio che si corre seriamente attraverso l’istituzione dei liberi consorzi sostitutivi delle attuali Province, non assicura né sviluppo né contenimento della spesa pubblica”.

Il presidente Crocetta, secondo lei, non starebbe curando molti aspetti importanti?

“Il presidente sta trattando, a mio avviso male, alcuni aspetti, e le Province, è opportuno chiarirlo, non sono state ancora abolite, poiché è stata approvata soltanto una norma transitoria che, si ipotizza, debba portare all’istituzione dei liberi consorzi. Nel frattempo, le Provincie saranno amministrate fino a dicembre da commissari che si ritroveranno ad affrontare notevoli ed inevitabili problemi di gestione. Per istituire i consorzi si dovrà seguire un criterio e quello più oggettivo è il numero degli abitanti. Nel momento in cui s’istituiscono consorzi con 150 mila abitanti, mi chiedo cosa ne sarà ad esempio del consorzio “Nebrodi Città Aperta” che, come tanti altri consorzi immagino,  ha già preparato delle iniziative ed allo stato non è dato sapere se questi consorzi si smembreranno per uniformarsi ad altri esistenti, dai quali incontrovertibilmente differiscono per identità e pianificazione. Ritengo che con la soppressione definitiva delle Province non vi sia un autentico risparmio, poiché occorrono delle sedi ed il personale va riallocato”.
Ci parli della sua attività parlamentare.
“Ho presentato interrogazioni, mozioni e disegni di legge, chiedendo ad esempio la soppressione dell’Ente porto a Messina, la verifica dei costi della spesa pubblica da abbattere e degli sprechi da eliminare; in aula ho chiesto di uniformare i nostri compensi a quelli delle regioni virtuose. In un momento in cui le imprese rischiano il collasso e gli enti locali la paralisi, ho presentato una mozione per impegnare il Governo ad attivare il Patto regionale verticale incentivato”.
 
Che cosa pensa dell’iniziativa di spostare il personale tra gli assessorati?
“Ho inviato una lettera aperta al presidente Crocetta per il caso dello spostamento delle professionalità negli assessorati. Ritengo che non si possa trasferire in modo indiscriminato il personale da un ufficio all’altro svuotando gli assessorati e dunque creando ulteriore stallo. Credo piuttosto in un processo efficiente di riqualificazione del personale; un processo che merita un percorso preciso, mirato, dove la Regione investa sul personale attraverso corsi seri ed un’adeguata formazione, rispettando le competenze specialistiche dei funzionari”.

Che cosa pensa della Formazione?

“La Formazione che si è fatta in questi anni, non ha preparato nessuno ed è servita solamente alla politica. Non si è mai pensato di collegare la Formazione all’impresa in modo serio, per esempio attraverso stage attraverso cui ragazzi possano fare esperienza attiva all’interno delle imprese le quali, dopo averli formati obbligatoriamente, potrebbero decidere di assumerne i migliori. Ho suggerito al presidente della Regione di reclutare i neolaureati di valore che non hanno alcuna esperienza nella Pubblica amministrazione. Si può ipotizzare una convenzione con gli atenei per permettere a questi neolaureati di fare anch’essi uno stage nella pubblica amministrazione. Non si tratta di nuovo precariato, poiché l’esperienza avrebbe valore per il curriculum del laureato, portando altresì novità nella stessa Pubblica amministrazione. Del resto, se non si agisce subito, tra 10 anni la Regione sarà a corto di burocrati per mancanza di ricambio generazionale e una riserva così formata potrebbe riempire i vuoti attraverso i concorsi”.
 
Ci sono risorse europee per le infrastrutture?
“La Regione ha già una prima volta dirottato le risorse dall’Ambiente e dall’Energia alle Infrastrutture, ricevendo parere negativo dalla Commissione europea poiché non si era tenuto conto dei settori strategici individuati a Bruxelles. In ogni caso esistono nel Po Fesr diversi assi di intervento per infrastrutture ed opere pubbliche”.
Lei è in Commissione Servizi sociali e sanitari. Cosa pensa della sanità siciliana?
“La Sanità ancora non eroga servizi efficienti nonostante gli sforzi fatti. Occorre redigere un piano sanitario accurato e razionale. È necessaria una centralizzazione degli acquisti di farmaci e del materiale sanitario per risparmiare le spese e per uniformare le procedure. Inoltre vanno eliminate le liste d’attesa, magari potenziando le prenotazioni on line, come avviene in alcuni centri d’eccellenza medica presenti nell’Isola. Una parte dei fondi spesi per il settore sanitario, si sarebbero potuti impiegare meglio, per esempio per mettere in rete gli ospedali. Mi spiego: se un infartuato per esempio arriva all’ospedale di Sant’Agata Militello e qui non si riesce a stabilizzare, lo si deve trasportare a Cefalù o altrove in ambulanza, distaccando un medico. Questo accade perché spesso non vi sono presidi ospedalieri dotati di strumentazioni all’avanguardia ed in grado di assicurare assistenza immediata al malato. Quindi, non solo vi è un evidente aggravio ma non si riesce neppure a tutelare l’inderogabile diritto alla salute dei cittadini, diritto che intenderò difendere con ogni forza e in ogni sede”.