Come si è potuta realizzare questa enorme anomalia? Semplice. Frutto di clientelismo e di un becero comportamento del ceto politico siciliano che ha scambiato il bisogno con il voto e che ha illuso tanta gente che poteva racimolare uno stipendio senza avere alcuna professionalità o competenza.
Plaudiamo alle dichiarazioni di Lombardo: “Basta clientele, tagli al personale. Serve una rivoluzione che porti la Sicilia alla normalità”. Qual è la normalità? Avere un numero di dipendenti strettamente necessario per la produzione dei servizi. Ma non si può determinare tale numero e la qualità delle figure professionali occorrenti, se prima non si fa un elenco preciso e dettagliato di tutti i servizi che la Regione deve erogare a qualunque interlocutore fra cui imprese, cittadini ed enti pubblici.
L’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, ai nostri forum, sosteneva una leggenda metropolitana. Cioè che l’enorme numero di dipendenti fosse necessario perché la Sicilia ha competenze in materie che la Lombardia non ha. A mo’ di esempio, citava il Corpo forestale.
Non sappiamo come questo Governo possa diminuire drasticamente il numero dei dipendenti e quindi il costo a carico del bilancio regionale, se non aspettando chi va in pensione e chi muore. Ma intanto la legge 133/08 vieta il rinnovo dei contratti a tempo determinato, che sono circa 6000. Occorrerà prendere il coraggio a due mani e comunicare a tutti i contrattisti che dovranno andarsi a cercare un lavoro produttivo nel settore privato, magari sostenendoli economicamente in un percorso di riqualificazione formativa della durata di uno o due anni.
L’assessore alla Presidenza, Gaetano Armao, ha fieri propositi al riguardo. Ma se non basa la sua azione su dati precisi, i suoi intendimenti falliranno. Quali sono i dati precisi cui ci riferiamo? Quelli che derivano dal Piano industriale o, più tecnicamente, dal Pops (Piano organizzativo per la produzione dei servizi) che determini con millimetrica precisione, come abbiamo scritto prima, le figure professionali necessarie alla produzione dei medesimi servizi. Naturalmente, nel determinare il quadro di riferimento bisogna fare una precisa comparazione con servizi e organici della Lombardia e con i dati medi europei inerenti.