Di fronte al dramma sociale di centinaia di migliaia di dipendenti pubblici in esubero, che si somma all’altro grave danno sociale di centinaia di migliaia di precari, cioè di dipendenti che finito il contratto debbono ritornarsene a casa, chi gestisce le istituzioni balbetta, non sa trovare soluzioni e afferma genericamente che gli stipendi saranno salvati. Si tratta di una pura menzogna, perché non ci sono più soldi per pagare a vuoto stipendi.
D’altra parte, però, bisogna dare un minimo di supporto a dipendenti pubblici in esubero e a precari. Quale questo possa essere, risalta subito agli occhi. Infatti, nel settore privato, quando le aziende hanno necessità di sospendere cicli produttivi o, peggio, chiudono, i dipendenti vanno in Cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga.
Ora, non è giusto che vi siano cittadini di serie A e altri di serie B: proprio per questo, sarebbe auspicabile l’estensione della Cassa integrazione al settore pubblico, per tutelare dipendenti e precari.
Solo un’azione equa, che tenga tutti i cittadini sullo stesso piano, può essere capita dalla gente.
Se entro martedi 30 aprile l’Assemblea non approverà bilancio e legge di stabilità 2013, essa sarà sciolta e anche il presidente Crocetta andrà a casa. Questa previsione, peraltro, è stata da noi fatta già in ottobre del 2012.
Tuttavia, riteniamo che con una serie di artifizi, tale bilancio verrà approvato nella notte del 30. Bisognerà vedere se il commissario dello Stato, prefetto Aronica, non lo impugnerà.
Intanto, Crocetta continua a rassicurare tutti i percettori di stipendi che saranno regolarmente pagati, mentre non prende alcuna iniziativa per dimezzare i 1.800 dirigenti e i diecimila dipendenti regionali in esubero, mettendoli subito in Cassa integrazione, come avviene nel settore privato.
Se Crocetta non agisce in base a un principio di equità, che il popolo siciliano capirebbe, si autocondannerà all’omologazione con i precedenti presidenti (Cuffaro e Lombardo) che hanno letteralmente rovinato la Sicilia con le loro azioni clientelari.