I quattro destinatari del decreto
Il provvedimento, anzitutto, prevede un fondo da 26 miliardi di euro suddiviso in tre sezioni (comunicanti) per il pagamento dei debiti degli Enti locali, delle Regioni e delle Province autonome per debiti diversi da quelli sanitari, e sempre delle Regioni ma per debiti sanitari.
Vengono stanziati, inoltre, in base all’art. 5 comma 2 del decreto oggetto della nostra trattazione, 500 milioni di euro per il pagamento dei debiti delle Amministrazioni dello Stato (sempre maturati al 31 dicembre 2012).
Per i dirigenti 100 € di sanzione per ogni giorno di ritardo
Gravissime sono le sanzioni che colpiranno i dirigenti inadempienti. In particolare questi saranno soggetti ad accertamenti della Corte dei Conti e verranno puniti nel caso in cui, senza giustificato motivo, abbiano omesso di richiedere, nei termini e nei modi indicati, gli spazi finanziari per sostenere i pagamenti alle imprese, oppure non siano stati effettuati pagamenti per almeno il 90% degli spazi concessi.
Nel dettaglio potranno essere sanzionati con il taglio del trattamento economico fino a due mensilità. L’art. 7 del decreto poi prevede una precisa pena pecuniaria a carico dei “dirigenti responsabili” che non abbiano provveduto, entro il 29 aprile, a registrare la loro amministrazione presso la piattaforma elettronica predisposta dal Mef. In tal caso, i dirigenti incorrono in responsabilità dirigenziale e disciplinare ex Dl 165/2001 e sono assoggettati a una sanzione pecuniaria “pari a 100 euro per ogni giorno di ritardo nella registrazione sulla piattaforma elettronica”.
Lunedì 29 aprile termine ultimo per accreditarsi presso la piattaforma elettronica
Per i Comuni e le Province (debitori verso i fornitori) e per le Regioni (debitori verso gli Enti locali) il tempo per usufruire del “paracadute” statale sta per scadere. Il 29 aprile (cioè dopodomani) è l’ultimo giorno utile per accreditarsi presso la piattaforma elettronica ministeriale per le certificazioni.
Martedì 30 aprile: entro questa data il quadro dettagliato dei debiti
Il giorno successivo, cioè il 30, scatta l’altro termine: entro martedì gli Enti locali dovranno aver ricostruito il puzzle dettagliato dei debiti al 31 dicembre del 2012. Il quadro delle passività è fondamentale, in quanto costituisce la base per chiedere gli spazi finanziari per sostenere i pagamenti o, ove manchi la liquidità, l’anticipazione alla Cassa depositi e prestiti.
Entro il 15 maggio il nuovo decreto dal ministero Economia
Entro il 15 maggio, poi, il ministero dell’Economia dovrà emanare un nuovo Decreto indicante l’ammontare degli importi che ciascun ente potrà escludere dal Patto di stabilità.
Naturalmente tutti i Comuni non verranno trattati allo stesso modo: la distinzione tra enti, virtuosi e non, sarà determinante per la scelta delle modalità di erogazione delle somme. Anzitutto i tetti “generali” sono due: ciascun Comune o Provincia può procedere al pagamento dei debiti maturati sino al 31 dicembre 2012 nei limiti del 13% delle disponibilità liquide presenti in tesoreria al 31 marzo 2013 e comunque non oltre il 50% degli spazi finanziari che intendono sbloccare “immediatamente” con il meccanismo del Decreto. Ma naturalmente questo vale nella misura in cui le amministrazioni si trovano in cassa disponibilità liquide “congelate” dal Patto di stabilità.
Regioni debitrici verso Comuni e Province
Le amministrazioni regionali possono accedere alla Sezione legata agli Enti locali esclusivamente “per pagare i debiti certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2012 e diversi da quelli finanziari e sanitari”, ovvero “dei debiti di parte capitale per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine”. Si tratta in pratica di una vera e propria richiesta di prestito, con una condizione: che gli anticipi siano destinati a coprire per almeno il 66% i debiti verso Comuni e Province (mentre la quota residua potrà essere destinata ai fornitori). Anche qui il tempo a disposizione dei governatori è praticamente finito.
Entro il 30 aprile. In sintesi le Regioni e le Province autonome per attivare la “richiesta di prestito allo Stato” devono entro il 30 aprile: scrivere provvedimenti in grado di coprire anticipo e interessi, presentare un piano dettagliato dei pagamenti e sottoscrivere con l’Economia un contratto che definirà le modalità di erogazione e restituzione di queste somme.
Entro il 15 maggio 2013 (e il 15 febbraio 2014, per l’annualità successiva) il Ministero ripartirà tra le Regioni le risorse disponibili con criterio proporzionale (in questa sezione sono stati stanziati 3 miliardi per il 2013 e 5 miliardi per il 2014), a meno che la Conferenza Stato-Regioni non individui una modalità alternativa (entro il 10 maggio).
Regioni debitrici verso gli Enti del Ssn
Veniamo alla Sanità. Nella Relazione al Dl 35/2013 si evidenzia che esistono “alcune importanti situazioni di persistenti crediti degli enti del Ssn (per esempio le Asp, nda) verso le rispettive Regioni, per quote di finanziamento non erogate dalle Regioni stesse ai propri enti ancorché incassate dallo Stato o stanziate nel bilancio regionale”. Insomma, si è creato un meccanismo perverso in cui le Regioni prima autorizzano gli Enti del Ssn a spendere (iscrivendo le somme nei bilanci preventivi) e poi non erogano quanto dovuto “per mancanza di liquidità”. È proprio questa crisi di liquidità che ha indotto il legislatore a inserire nel Decreto un fondo specifico per questi debiti “specialissimi”. L’articolo 3 mette a disposizione un’anticipazione, 14 miliardi di euro, in favore delle Regioni per il pagamento dei debiti sanitari accumulati al 31 dicembre 2012.
Entro il 15 maggio. Questi 14 miliardi sono spalmati in due tranche: un primo riparto di 5 miliardi verrà effettuato subito, entro il 15 maggio, sulla base di dei dati disponibili ancorati al volume del ritardo dei pagamenti dei debiti sanitari.
Entro il 15 dicembre. La somma restante (9 miliardi di euro) verrà erogato dopo che la Regione avrà fatto pervenire, entro il 15 dicembre 2013, al Mef una richiesta di prestito. Naturalmente ci sono delle condizioni: le Regioni devono garantire le coperture per la restituzione allo Stato, presentare un piano di pagamento di questi debiti allegando anche l’elenco dei fornitori che saranno pagati e i relativi importi. Inoltre dovranno sottoscrivere con il Mef un contratto che preveda sia le modalità di erogazione delle somme, sia la successiva restituzione entro un periodo di tempo non superiore ai 30 anni.
Entro il 15 maggio il Ministero procede alla distribuzione delle somme
Entro il 15 maggio, il ministero dell’Economia dovrà procedere alla distribuzione delle somme presenti nel fondo secondo l’elenco pervenuto dai singoli Ministeri. Ma “in caso di insufficienza delle risorse stanziate rispetto ai debiti accertati dai Ministeri interessati, il predetto fondo è ripartito dal Ministero dell’Economia proporzionalmente sulla base delle richieste pervenute”. Anche le Amministrazioni centrali, con debiti pregressi, entro il 29 aprile dovranno registrarsi sulla Piattaforma informatica per il rilascio delle certificazioni.