Possiamo dire che Letta è il più vecchio dei giovani, come Napolitano è il più giovane dei vecchi. Nella composizione del Governo si è vista la mano ferma del Capo dello Stato. Solo tredici ministri con portafoglio ed otto senza portafoglio, più Patroni Griffi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio col rango di ministro.
La compagine ha una maggioranza di estrazione democristiana. Ma questa non è una connotazione negativa perché lo scudo crociato (non quello di Casini!) ha fatto molto bene al Paese, salvo quando la sua azione è degenerata negli incontri al caminetto, nel corso dei quali i capicorrente prendevano decisioni nel loro esclusivo interesse ignorando quasi del tutto l’interesse del Paese.
Questo comportamento fu da noi denominato democristianismo e, dopo quarant’anni, può essere adoperato nei confronti di qualunque parte politica si comporti facendo prevalere interessi particolari su quelli generali.
Nel governo Letta vi sono significative novità, fra cui la presenza di sette donne e, fra esse, quella di una campionessa di canoa, Josefa Idem, e di un medico-oculista di colore, Cecile Kyenge.
Letta, dopo la fiducia di ieri a Montecitorio, ha dimostrato di avere cooptato la parte sinistrorsa del Pd che è stata la rovina di Bersani. Anche i testardi ex comunisti della sinistra estrema del Pd hanno dovuto convenire che questa è la soluzione migliore.
Non è improbabile che, come accade spesso in Italia, non vi sia nulla di più definitivo delle cose provvisorie. Dipenderà dagli urgentissimi provvedimenti dei primi cento giorni, a cominciare dalla rimodulazione dell’Imu (Berlusconi ha fatto capire la sua retromarcia sulla restituzione dell’imposta 2012), al reperire risorse per cassa integrati ed esodati, alla riduzione del cuneo fiscale, di cui fa parte la diminuzione delle aliquote fiscali sulle fasce più basse di reddito.
Il punto più importante riguarda il taglio della spesa pubblica per trovare le risorse indispensabili agli investimenti e alla costruzione delle infrastrutture in modo da far partire economia, produzione di ricchezza e lavoro.
Caro Letta, auguri.