ROMA – La fiducia, in fin dei conti, era scontata. Ieri non c’è stato nemmeno il tempo per festeggiare i 233 sì al Senato (a fronte di 59 no e 18 astensioni) che il premier Enrico Letta è già partito per andare a parlare con i grandi d’Europa e deve fronteggiare i continui malumori all’interno della nuova bizzarra maggioranza parlamentare.
Anche nella Camera alta la soglia per la fiducia è superata ampiamente (ma è pur sempre inferiore rispetto a quella ottenuta dal governo Monti). Nel discorso di ieri, Enrico Letta ha preso in considerazione vari temi, tra cui le aspettative nei confronti del suo Governo e la “convenzione”.
“Mi sono reso conto – ha dichiarato Letta – che c’è un grande problema: c’è un carico d’aspettative francamente eccessivo su di noi. Se non c’è la consapevolezza dell’oggettiva fragilità di quanto fatto e di quanto stiamo facendo e si pensa che tutti i problemi si siano risolti facendo un Governo io credo che abbiamo sbagliato. La situazione rimane di grandissima difficoltà”.
“È chiaro – ha proseguito Letta – che le nostre istituzioni non funzionano. Da qui il tema della Convenzione. La metto al centro della riflessione, ribadisco qui che è un tema rispetto al quale proprio al Senato, con il presidente Schifani, si è fatto un lavoro molto forte, marcato e profondo che ha portato a tanti punti di convergenza possibili che spero possano essere utilizzati. Ho parlato di 18 mesi per la Convenzione non perché irrispettoso del parlamento che è libero e sovrano ma perché ritengo che la vita del governo debba essere legato a adempimenti certi”.
E mentre ieri, nel tardo pomeriggio, si è svolto l’incontro con la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino, domani Letta si trasferirà a Bruxelles per incontrare il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e concluderà poi le visite istituzionali nel cuore dell’Europa andando anche a Parigi. La prima “benedizione” è arrivata dal presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz: “Come ha ribadito il nuovo premier Enrico Letta nel suo discorso – ha dichiarato -, l’austerità a senso unico soffoca non solo l’Italia, ma molti paesi dell’eurozona. Servono misure urgenti per dare ossigeno all’economia e speranza ai giovani”.
Ma a inquietare l’iniezione di fiducia data dai senatori e dall’Ue, è tornato Silvio Berlusconi. Il leader del Pdl continua a spingere sul suo cavallo di battaglia della campagna elettorale: “Certo che sono fiducioso sia sull’abolizione che sulla restituzione dell’Imu – ha affermato -. Non sosterremmo un governo che non attua queste misure né lo sosterremmo dall’esterno. Abbiamo preso un impegno con gli elettori e vogliamo mantenerlo”. Non mancano però le resistenze, sia dai sindacati che dall’Ue.
Il prossimo passo per il Governo è la scelta dei sottosegretari, prevista entro domenica.