Cécile Kyenge, risposta con stile al razzismo

ROMA – “Sono italo-congolese perché appartengo a due culture, a due Paesi che sono dentro di me. Non sono di colore, io sono nera, lo ribadisco con fierezza”. Cécile Kyenge risponde agli insulti con fermezza, stile e calma, in una conferenza stampa. Non sorride e fa capire a tutti che non è più disposta a subire i beceri attacchi di chi vuole screditarla solo per la sua provenienza e il colore della sua pelle.
La Kyenge, medico oculista, è un ministro della Repubblica, si occuperà della cooperazione internazionale e dell’integrazione. Vive in Italia da quando aveva diciannove anni, eppure, nel 2013, c’è ancora chi affossa il discorso politico a un insulto insensato che incita solo all’odio razziale.
“Non ho risposto personalmente a questi attacchi – ha proseguito la Kyenge – anche perché mi sono sentita abbastanza tutelata e ho avuto il sostegno di tutti i componenti del governo. La mia nomina a ministro è un cambiamento che doveva esserci in Italia”.
L’autore delle dichiarazioni è Mario Borghezio, l’europarlamentare della Lega Nord non nuovo a sortite razziste. In una serie di interventi radiofonici e di note stampa, il politico torinese ha sfornato una sfilza di frasi a effetto contro Kyenge, sia come donna che per le sue origini, contro gli africani in generale e contro il Governo. “Cécile Kyenge ministro è una scelta del cazzo. Un elogio dell’incompetenza” è forse tra i commenti meno forti.
Non sono bastate le parole del segretario della Lega, Roberto Maroni (“Non condivido queste espressioni che mi paiono francamente fuori luogo”) anche perché di sanzioni non se ne parla. Da più parti, con petizioni on line, si richiedono ora le dimissioni di Borghezio dal Parlamento europeo: in un giorno si è giunti a 65 mila firme.
Si è subito mossa Josefa Idem, ministro per le pari opportunità: “Ho già dato mandato – ha dichiarato – all’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazione del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio, che ha prontamente avviato un’istruttoria sulla fattispecie che costituisce un reato ai sensi della legge Mancino per la istigazione all’odio razziale e ha chiesto subito alla Polizia postale la rimozione dal web delle espressioni razziste che nulla hanno a che vedere con la libera espressione del pensiero”.
Intanto Cécile Kyenge e pensa al lavoro: tra le priorità c’è la situazione dei Cie, che la nuova ministra vuole affrontare insieme all’Europa.