Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve, non ha i limiti di Mario Draghi, né quelli di Masaaki Shirakawa, governatore della Banca del Giappone, i quali possono stampare nuova moneta. è questa la strada che hanno scelto, piuttosto che emettere titoli del debito sovrano, che costano allo Stato gli interessi passivi.
La manovra non può essere, però, abusata, perché oltre un punto di equilibrio genera inflazione che, com’è noto, è la tassa dei poveri e intacca lo sviluppo. Ma sotto il punto di equilibrio la leva è formidabile.
Lo stesso non è stato fatto in Europa, perché la Bce, essendo custode dell’inflazione, che è sul punto di equilibrio, non può stampare euro. Cosicché, i Paesi membri, che hanno un altissimo debito sovrano, come Grecia e Italia, sono costretti a rivedere la spesa interna, tagliando quella superflua, per recuperare le risorse necessarie ad alimentare la macchina economica.
L’Italia ha abbondato nella spesa pubblica in questi ultimi 30 anni, facendo entrare nella Pa e nelle partecipate una quantità di persone inutili alla produzione e somministrazione dei servizi. Peggio hanno fatto le Regioni.
Altra politica economica doveva essere inserita in questo bilancio. Intanto con un elemento di equità, mettendo sullo stesso piano precari e disoccupati, i quali non hanno avuto il privilegio della raccomandazione e non sono entrati nelle pubbliche amministrazioni, ove, invece, hanno trovato accesso i primi, favoriti dalle telefonate di questo o quel politicastro di turno.
Tutti fuori o tutti dentro, questa doveva essere la linea di equità di Rosario Crocetta che, invece, ha perseguito quella linea clientelare disastrosamente portata avanti da Cuffaro e Lombardo.
Una seconda linea da imboccare era quella della crescita, senza di che quest’Isola regredirà a livello dei Paesi Nord-africani.
Vi è la grande fortuna di disporre ancora di circa 13 mld del settennato Ue 2007-2013, oltre a qualche centinaio di milioni del precedente settennato 2000-2006. Su questa enorme massa di denaro si sarebbe dovuto gettare Crocetta, per spenderlo in tutti i suoi assi, dai servizi alla ricerca, alla formazione qualificata subordinata all’occupazione, alle infrastrutture, all’apertura di migliaia di cantieri e, soprattutto, al finanziamento di startup (nuova imprenditorialità) e spin-off (ricerca trasformata in impresa).
Ma su questo ci torneremo.