Palermo – Fase post-fallimento per l’Amia e ora i nodi vengono al pettine

PALERMO – È iniziato il dopo-Amia. L’ex partecipata che si occupa (ancora per poco) della gestione del servizio di raccolta dei rifiuti è stata dichiarata fallita e adesso curatela fallimentare, Comune di Palermo e commissario straordinario di Bellolampo lavorano separatamente per delineare il futuro del servizio nel capoluogo, anche alla luce della riforma regionale delle Srr (Società per la regolamentazione del servizio di raccolta dei rifiuti). In base alla riforma, i Comuni possono creare, in forma singola o associata, un’Aro (Area di raccolta ottimale) e procedere così all’erogazione dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti. Palermo, essendo area metropolitana, procederà autonomamente. Ma prima il Tribunale fallimentare deve dare il suo consenso: non a caso la prima mossa del sindaco Leoluca Orlando è stata quella di formalizzare la richiesta di diventare gestore affittando il ramo d’azienda di Amia e Amia EsseEmme concernente personale, attrezzature, macchinari, beni mobili e immobili.
“La procedura che il Comune intende attivare – ha affermato il primo cittadino – mira alla continuità del servizio e alla salvaguardia dei livelli occupazionali. Il tutto con oneri a carico dell’amministrazione comunale. Per questo abbiamo fatto richiesta al Tribunale di fornirci un’aggiornata e dettagliata descrizione e valutazione dei cespiti aziendali nonché la possibilità di accesso agli atti”.
Il commissario di Bellolampo, Marco Lupo, che è anche dirigente regionale del Dipartimento dell’Acqua e dei rifiuti, spiega al Quotidiano di Sicilia che “ora il Comune può presentare il proprio piano di raccolta perché ne ha competenza. Ovviamente bisogna studiare la corretta modalità giuridica per poter usufruire di mezzi e lavoratori e poi, in futuro, individuare il nuovo soggetto che sostituisca l’Amia”.
Fondamentale è anche proseguire nel potenziamento della differenziata: “Palazzo delle Aquile – dice Lupo – ha già presentato un progetto per accedere ai finanziamenti regionali del programma per la differenziata porta a porta denominato ‘Palermo differenzia 2’. Il primo programma serve già 130 mila utenti, con il secondo si potrebbero raggiungere altri 130 mila abitanti. Stiamo valutando il progetto del Comune: se fosse ritenuto valido, le risorse regionali si aggirerebbero intorno ai 10 milioni di euro. Il problema vero è che in Sicilia siamo carenti di impianti per il riciclo: spesso plastica, carta e vetro vengono esportati. Con gli altri Assessorati stiamo lavorando a trovare le risorse, provenienti dalla programmazione comunitaria, per dotare anche la nostra isola di queste strutture”.
Tra le sue deleghe Lupo ha anche quella di individuare possibili nuovi impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti: “Il rifiuto conferito in discarica – aggiunge – deve avere delle caratteristiche precise: quello umido, per esempio, deve passare attraverso una biostabilizzazione. Stiamo valutando quali sono le tecnologie disponibili. Tra le ipotesi al vaglio ci sono anche un impianto di compostaggio e i biotrituratori per i rifiuti da potature, falciature e simili”.
Nel frattempo i curatori fallimentari portano avanti le operazioni ordinarie e indispensabili per garantire la continuità aziendale. Le forniture, come prevedono le norme in questi casi, vengono pagate di volta in volta dietro presentazione della fattura. Gli ultimi acquisti resi noti dall’azienda sono stati: uno stock di pneumatici, accumulatori di corrente e ricambi vari, necessari perché l’uso intensivo dei giorni dell’emergenza ha danneggiato alcuni mezzi, e circa duemila ruote per cassonetti, andate distrutte durante l’emergenza: i cassonetti incendiati dai cittadini esasperati, infatti, sono stati oltre 800.
L’Amia inoltre ha reso noto di vantare ancora “un credito di 2,4 milioni di euro nei confronti del Comune di Palermo”.