AGRIGENTO – Non passa giorno senza che sul raddoppio della Ss 640 Agrigento–Caltanissetta non vengano pubblicati comunicati stampa i quali asseriscono ognuno l’esatto contrario dell’altro. Per l’Anas e la società Empedocle – fondata dal general contractor Cmc di Ravenna che ha vinto l’appalto di circa 500 milioni di euro per la realizzazione dell’importante opera pubblica – i lavori sono a un passo dal completamento e tutto sta procedendo secondo i piani (nonostante le nuove procedure in tema di trasparenza messe in atto dalla Prefettura, che ha effettuato ferrei controlli sulla documentazione fornita dalle ditte subappaltatrici). Al contrario, per l’Ance e i sindacati i problemi ci sono, eccome.
Ma andiamo per ordine nel riepilogare i fatti. Con una lettera aperta di qualche settimana fa l’Ance di Agrigento ha reso noto un testo in cui si sottoponeva all’opinione pubblica una serie di problemi sulla realizzazione di quella che rappresenta la maggiore opera pubblica in fase di realizzazione degli ultimi anni in provincia. “I lavori legati alla realizzazione del primo lotto per l’appalto per il raddoppio della Ss 640 Agrigento–Caltanissetta – si legge nella nota diffusa dai costruttori edili – sono stati fermati nel giugno del 2012 e, nonostante vari annunci più o meno ufficiali, a oggi non si intravedono concrete iniziative affinché gli stessi riprendano, né è dato sapere quali reali motivazioni siano alla base dell’interruzione dei lavori”.
“L’opera – si legge ancora nel documento – sarebbe dovuta essere definitivamente pronta nel giugno 2013, termine a oggi impossibile da rispettare. Ma quello che maggiormente preoccupa è il fatto che lo Stato possa non terminare gli interventi, lasciando il territorio nella sua cronica povertà di infrastrutture. Un timore rafforzato dal fatto che secondo alcune voci il contraente generale avrebbe richiesto all’Anas di trasferire su altre infrastrutture, le somme stanziate per il completamento di questa arteria vitale”.
“Chiediamo – hanno concluso i rappresentanti dell’Ance – chiarimenti e rassicurazioni urgenti su questa ipotesi, che sarebbe una vera beffa per le nostre popolazioni”.
L’opera di raddoppio della statale ha un costo di 475 milioni di euro cui vanno aggiunte le somme di una variante finanziata dalla Regione siciliana per altri 30 milioni di euro. In tutto 505 milioni di euro. Al cantiere lavorano circa 20 imprese edili siciliane le quali si riforniscono da altre 30 imprese fornitrici.
“Siamo anche preoccupati – ha spiegato il presidente dell’Ance di Agrigento, Giuseppe Sutera Sardo, al QdS – per i ritardi nei pagamenti che alcune imprese vantano da parte del general contractor. Pagamenti che, a cascata, stanno coinvolgendo anche le imprese fornitrici mettendole in grave difficoltà finanziarie”.
“Vorrei ricordare – ha aggiunto – come i lavori per la realizzazione di quest’opera coinvolgano un complessivo di 600 lavoratori edili. Per tale ragione eventuali controlli sulla legalità devono esserci, ma con effetti positivi e non arrecare con lungaggini burocratiche o lo slittamento dei lavori”.
Questa dunque la posizione dell’Ance, respinta però su tutta la linea dai rappresentanti della società Empedocle, secondo i quali non ci sono grossi ritardi e, anzi, il recente innalzamento del viadotto Serra Cazzola rappresenta un passo fondamentale per la conclusione dell’opera. Negato in maniera assoluta, poi, il trasferimento di somme per la Ss 640 ad altre opere, così come è stata smentita anche la presenza di crediti vantati dalle imprese, mentre i pochi ritardi avvenuti sarebbero da addebitare alle procedure burocratiche necessarie al rispetto del Protocollo sulla legalità, oltre che alle condizioni atmosferiche particolarmente avverse dell’inverno appena trascorso.
I crediti maggiori sarebbero da addebitare in particolare verso la società Agrigento Scarl, che stava espletando lavori proprio sulla Ss 640 e che avrebbe visto rescisso il proprio contratto di subappalto per inadempienze contrattuali. Tuttavia, sempre secondo l’Empedocle, tali crediti sarebbero stati saldati e non ce ne sarebbero altri.