CATANIA – Catania è una città piena di contraddizioni ed anche un po’ abbandonata a se stessa. A volte, però, le cose non sono come sembrano. Chiunque si sia trovato a passare nei pressi del solarium di piazza Europa si sarà certamente accorto di un cartello che lascia abbastanza perplessi: “Comune di Catania, divieto di balneazione”. Sono tanti anni ormai, che il Comune fa costruire solaria per il diletto estivo dei propri concittadini, uno nella zona dell’istituto nautico e uno proprio sotto piazza Europa, o quello che ne è rimasto. Sono, quindi, tanti anni che in catanesi si ritrovano a fare il bagno accanto un cartello che in realtà glielo impedirebbe. La congiuntura sembra paradossale. A detta dei dirigenti comunali, però, la situazione è diversa da quello che sembra.
“Il cartello di divieto, in realtà – ci spiega l’ing. Luciana Giarrusso, responsabile della Gestione Coste e Mare del Comune di Catania – segna la fine del tratto interdetto alla balneazione, e non il tratto stesso, pertanto i nostri concittadini possono stare tranquilli nel fare i loro bagni rinfrescanti”. Certo, però l’avviso non rende la situazione molto chiara. Il cartello non evidenzia la fine del tratto, ma solo il divieto e poi il solarium è decisamente vicino all’iscrizione. Ma perché è stato apposto tale cartello? Nella zona, tra il solarium e il porto Rossi, c’è una condotta di scarico di acque bianche ovvero acque reflue meteoriche e provenienti da falde idriche sotterranee ed è per questo che è vietata la balneazione nel tratto, ma solo per una distanza di 15 metri sia a destra che a sinistra dalla detta condotta. Ecco perché dal Comune fanno sapere che si può stare tranquilli.
Ogni anno, l’assessorato regionale alla Sanità, ritenuto di dover individuare le zone di mare e di costa precluse alla balneazione per inquinamento o per altri motivi, fa riferimento al decreto del Presidente della Repubblica n. 470 dell’8 giugno 1982, in attuazione della direttiva CEE n. 76/160 relativa alla qualità delle acque di balneazione, e ai risultati delle analisi sulle acque da adibire a balneazione effettuate dai laboratori di sanità pubblica delle aziende unità sanitarie locali e dai dipartimenti provinciali ARPA della Sicilia nel periodo di campionamento dell’anno precedente, e decreta le linee guida per la stagione balneare, divulgandole tramite Gazzetta Ufficiale. (Quella di riferimento per la stagione balneare in corso è la n.13 del 27/03/2009). In presenza di una condotta di reflui, seppur bianchi, la balneazione è interdetta per motivi di sicurezza.
Infatti, afferma la Giarrusso: “la condotta, in estate, è chiusa, ma per l’incolumità dei bagnanti bisogna sia apporre il cartello di segnalazione, sia impedire la balneazione. Il fatto è che, in caso di alluvioni la condotta viene immediatamente riaperta con conseguente scarico a mare delle acque piovane e in casi particolari, potrebbero esserci anche problemi di risucchio. Tutto questo, però – assicura l’ingegnere – solo in casi particolari e solo nel tratto interdetto”.