Elezioni 2013, le Amministrative premiano il centrosinistra

PALERMO – Anche in Sicilia le urne premiano il centrosinistra, con la vittoria al primo turno a Catania, a un passo dal successo a Messina e il vantaggio anche negli altri due capoluoghi di provincia al voto, Siracusa e Ragusa. Arrancano invece il Pdl e tutto il centrodestra, che rischia di perdere i quattro capoluoghi di provincia governati da anni. Non sfonda il Movimento Cinquestelle, andato al ballottaggio a Ragusa, ma che rimane fuori da molti Consigli comunali, a partire da Catania dove il candidato sindaco ha totalizzato il 3,37%: proprio nella città etnea il M5S alle regionale aveva ottenuto circa il 16% dei consensi.
 
Il dato che risalta è anche quello relativo all’astensionismo: oltre mezzo milione di elettori su un totale di un milione e 600 mila ha disertato le urne. Esulta il presidente della Regione siciliana, ispiratore del movimento ‘il Megafono’, Rosario Crocetta: "Il voto rafforza l’azione del mio governo e smentisce chi aveva detto che avremmo fatto perdere il centrosinistra", dice. E avverte: "Penso che si dovrà arrivare a una federazione col Pd, per fare un nuovo modo di fare partito: non quello del secolo scorso, ma quello che si contamina con i movimenti". Canta vittoria anche il segretario siciliano del Pd, Giuseppe Lupo: "Siamo primi in tutte e quattro le città siciliane importanti, sono cifre più che positive che premiano il Pd".
 
Gli scrutini sono andati a rilento in molti dei 142 comuni al rinnovo: il dato sull’affluenza, pari al 66%, è arrivato a distanza di oltre tre ore e mezza dalla chiusura dei seggi per problemi in alcune sezioni, soprattutto a Messina e a Catania, dove in due seggi si sono verificati errori nella conta delle schede. Manca tra l’altro il raffronto con le precedenti Amministrative, perché secondo l’ufficio elettorale della Regione siciliana, che ha raccolto i dati dai comuni, "è impossibile effettuarlo su base provinciale". A creare confusione tra i presidenti di seggio anche la doppia preferenza di genere, introdotta proprio in questa tornata elettorale.
Il risultato più netto è stato registrato a Catania. L’ex ministro Enzo Bianco (Pd-Udc-Megafono-Articolo 4), in passato due volte sindaco, ha centrato la terza elezione, già al primo turno: alla fine si è fermato a quota 50,64% con quattordici punti di vantaggio sul sindaco uscente, Raffaele Stancanelli (36,63%), sostenuto dal centrodestra. Anche a Messina i risultati sono a favore del centrosinistra: il candidato sindaco Felice Calabrò è vicino al 50%, mentre per la seconda piazza è testa a testa tra la sorpresa Renato Accorinti, presidente del comitato ‘No ponte’, ed Enzo Garofalo del centrodestra.
 
Negli altri capoluoghi si va al ballottaggio. Sorprendente il risultato a Siracusa: in avanti è il candidato del centrosinistra Giancarlo Garozzo (sopra al 30%), dietro c’é Ezechia Paolo Reale, sostenuto da liste civiche e soprattutto dal deputato regionale del Pdl, Vincenzo Vinciullo, che alla vigilia del voto è stato sospeso per non avere appoggiato il candidato ufficiale del partito Edy Bandiera, terzo ma per un pugno di voti.
 
A Ragusa è primo il candidato del centrosinistra Giovanni Cosentini (poco sopra il 29%), segue il grillino Federico Piccitto (15,6%), che stacca di qualche punto l’ex presidente della Provincia di centrodestra Franco Antoci.
 
Questa volta gli strali di Beppe Grillo non hanno fatto presa in Sicilia. Anzi, il M5S ha bruciato migliaia di consensi a distanza di appena 8 mesi dal boom elettorale delle regionali, quando superò il 18%, affermandosi come primo partito nell’isola. Ormai è certa la sconfitta dei grillini in 3 delle 4 grandi città al voto. Le liste dei pentastellati non superano la quota di sbarramento del 5% a Catania, Messina e Siracusa. Meglio a Ragusa, dove la lista con il 9,62% ed entra in consiglio.